Siamo al “prima votate e poi se ne parla?”. Promessa di Riccardi: emanerò entro giugno le linee guida per consentire i rimborsi sanitari
I Comitati dei piccoli Ospedali ( Cividale, Valli del Natisone, Gemona, Maniago e Sacile ) con il supporto della Associazione dei Diritti del Malato di Udine continuano la raccolta firme della petizione regionale ” Prima la Salute “, avviata con la loro conferenza stampa in Regione del febbraio scorso. In una nota odierna prendono atto con molta soddisfazione che sembra trovare positiva soluzione la principale richiesta della petizione che chiedeva che “le Aziende sanitarie regionali applicassero senza indugio l’art. 12 della L.R. 26 Marzo 2009 n° 7, che prevede il rimborso da parte dell’Azienda Sanitaria delle prestazioni effettuate dal cittadino presso altre strutture anche private, qualora non siano rispettati i tempi massimi di risposta previsti. In effetti la richiesta di applicazione della Legge ha obbligato l’Assessore alla Salute Riccardi a dichiarare in Consiglio regionale la validità della norma, e ci mancherebbe, e un impegno entro giugno ad emanare le linee guida per la sua applicazione. Non vorremmo essere eccessivamente maliziosi, ma quell’entro giugno, mese nel quale si vota per europee e comunali, potrebbe essere una data scelta non a caso, dato che anche una dichiarazione fatta in Consiglio può essere, vista l’affidabilità del personaggio, tranquillamente disattesa con qualche scusa o cavillo burocratico. Inoltre i comitati si chiedono come mai l’Azienda Sanitaria Friuli Occidentale a fronte della richiesta di applicazione della Legge, risponde al richiedente guarda caso nei tempi richiesti, mentre Asufc e Asugi sono ferme al palo, viene da sospettare in attesa di direttive regionali. Secondo i comitati è comunque una grande vittoria dei cittadini che permetterà ora anche ai meno abbienti di accedere alle prestazioni sanitarie, senza dover ricorrere al privato, pagandole interamente di tasca propria. Ma soprattutto avere le risposte in tempi certi e soprattutto compatibili con le patologie di riferimento, in particolare le più gravi. Questa però dovrà essere solo una soluzione provvisoria, spiegano dai comitati, perchè l’obiettivo di chi oggi governa la Sanità e lo farà ancora per 4 anni, dovrà essere quello, nei tempi necessari, di tornare alla Sanità pubblica con le necessarie assunzioni di personale medico e infermieristico. Ed in effetti quella che apparentemente potrebbe sembrare una buona notizia, e per alcuni versi lo è, in realtà rischia di diventare il classico cavallo di Troia funzionale alla strategia di finanziamenti perniciosi alla sanità privata a discapito del sistema sanitario pubblico. Perchè è evidente che la volontà politica di sostenere le strutture private soprattutto nella diagnostica è palese, poco importa se i conti delle aziende sanitarie andranno a gambe all’aria. I rimborsi degli esami diagnostici sostenuti dai privati quando non ti danno l’appuntamento nel pubblico nei tempi previsti risolverà in parte il problema economico ai cittadini, anche se gli ammalati dovranno anticipare i soldi e poi aspettare i rimborsi in tempi ancora non chiari perchè, meglio chiarire, non si tratta prestazioni in strutture convenzionate ma del tutto autonome dal sistema sanitario pubblico. Parliamo dei casi non infrequenti, anzi ormai è quasi la regola, che dal centro prenotazioni (C.U.P.) arrivino, per effettuare una prenotazione di una prestazione sanitaria (ad es. accertamento diagnostico strumentale o visita specialistica o perfino anche interventi chirurgici), pessime notizie con i cittadini bisognosi di cure che si sono sentiti rispondere che la prestazione non si sarebbe potuta effettuare prima di un tempo lungo o, peggio ancora, che le attività di prenotazione era sospesa. Insomma le cure e soprattutto la prevenzione diventano una chimera così in molti, poi, si adeguano ed attendono nonostante sofferenze e purtroppo possibili aggravamenti delle patologia. Non infrequente l’abbandono delle cure.
Presentata a Udine la petizione popolare “prima la salute”, al via la raccolta di firme