Sicurezza, sanità, fisco e pensioni: nelle piazze la voce dei lavoratori. Riuscito lo sciopero generale Cgil e Uil
Oltre 300 i manifestanti ieri mattina hanno partecipato al presidio organizzato in via Sabbadini, a Udine, sotto la sede della Regione, in concomitanza con lo sciopero di quattro ore (l’intera giornata nell’edilizia) proclamato a livello nazionale da Cgil e Uil. A scendere in piazza non soltanto lavoratori, ma anche pensionati, uniti dalle motivazioni della protesta, indetta non soltanto per denunciare l’aggravarsi dell’emergenza infortuni e in nome della sicurezza del lavoro, ma anche per continuare a portare avanti le battaglie sulla riforma del fisco, della previdenza, sulla difesa della sanità pubblica. Due, come noto, le manifestazioni indette in regione, entrambe a Udine, dove hanno parlato i segretari regionali della Cgil Michele Piga, che ha concluso il presidio sotto la sede della Regione, e della Uil Matteo Zorn, intervenuto in via Pracchiuso, sotto la sede della Prefettura. «Dietro all’emergenza infortuni non c’è soltanto il mancato rispetto delle leggi sulla sicurezza, ma anche la precarietà del lavoro, le carenze nella prevenzione e nella vigilanza». Queste le parole di Piga, che ha chiamato in causa anche il ruolo della Regione: «È da troppo tempo – ha detto il segretario regionale della Cgil – che sulle politiche sanitarie l’assessore rifiuta il confronto con il sindacato. Confrontarsi con i lavoratori e le parti sociali è un’esigenza fondamentale di democrazia e trasparenza: un’esigenza fondamentale per la tutela della sanità pubblica, sempre più in difficoltà, ma anche per mettere in piedi un’efficace rete di vigilanza e prevenzione degli infortuni sul lavoro». Sotto accusa le carenze di organico che condizionano sia l’operato dei servizi di medicina del lavoro delle Aziende sanitarie, anche sul fronte della prevenzione, sia quello degli ispettorati del lavoro. Dal canto suo il segretario generale Uil di Udine, Luigi Oddo ha detto: “Basta subappalti a cascata che causano tante morti; ci sia una patente a punti, non a crediti come quella fatta dal governo; se un’azienda viola le leggi sulla sicurezza, non deve poter partecipare a bandi pubblici, non deve ricevere finanziamenti; mai un lavoratore in azienda senza la giusta formazione, formazione anche nelle scuole ed Rls anche nelle aziende piccole. Chiediamo la volontà politica per un intervento vero che ponga fine a queste stragi sul lavoro: 1.044 morti nel 2023, già 120 dall’inizio 2024, e 2 in Friuli Venezia Giulia”. La richiesta è stata preceduta da un minuto di silenzio per i lavoratori morti ieri nella strage del lago di Suviana (Bologna)- consegnata alla Prefettura di Udine dalla delegazione della Uil del Friuli Venezia Giulia, condotta dal segretario generale Matteo Zorn, durante il presidio davanti al Palazzo del governo in via Pracchiuso, in occasione dello sciopero generale nazionale proclamato da Uil e Cgil, la quale ha manifestato, come detto, davanti alla sede della Regione in via Sabbadini. Buona l’adesione allo sciopero secondo i primi dati delle categorie: 48-50% nei trasporti, tra 50 e 70% nell’industria metalmeccanica, legno-arredo e nell’edilizia (che sciopera l’intera giornata), con punte dell’80% in alcune aziende della navalmeccanica a Monfalcone.
La Uil chiede inoltre al governo più ispettori, più controlli, un fisco più giusto per lavoratori e pensionati, stop ai condoni e alla flat-tax per gli autonomi, evidenzia Zorn. Ma anche un impegno sulla sanità pubblica, il sociale e una legge sulla rappresentatività sindacale e contro i ‘contratti pirata’, aggiunge il segretario generale di Uil-Fpl di Udine, Stefano Bressan, e un impegno contro il lavoro precario, causa di sfruttamento e infortuni, conclude il segretario generale Uil di Udine, Luigi Oddo. Coordinato da Daniela Duz, della segreteria regionale Cgil, il presidio Cgil ha visto intervenire, prima del segretario generale, delegati sindacali in rappresentanza dei principali settori del manifatturiero e del terziario: Barbara Di Paolo (Servizi Italia), Emiliano Santi (Modine), Alessandro Conte, rappresentante territoriale della sicurezza della Cgil Pordenone, Andrea Della Pietra, Rsu della Wartsila, Mary Remonato per il Sindacato dei pensionati di Udine. Al centro delle loro testimonianze i temi della sicurezza, della precarietà, del dumping contrattuale, delle politiche industriali, la pressione fiscale su salari e pensioni, la crisi del sistema sanitario e della previdenza. Quanto alle percentuali di adesione, i primi dati forniti da Cgil e Uil regionali riguardano il manifatturiero. La mattinata di oggi, nelle ore interessate dallo sciopero, ha visto adesioni significative soprattutto nelle medie e grandi aziende. I primi dati vedono punte di adesione, tra gli operai, dell’80% alla Nidec di Monfalcone, del 60% alla Siat (Osoppo, gruppo Pittini), del 70% alla De Longhi (Moimacco) e alla Lmc (Bagnaria Arsa), del 60% alla Faber (Cividale), del 50% alla Modine (Pocenia) e alla Freud (Fagagna, Pavia di Udine, Colloredo, Martignacco).