Sindaci: il ruolo sulla salute lo definisce la legge
«È inaccettabile che l’assessore continui a banalizzare il ruolo dei sindaci e degli amministratori locali in tema di sanità, auspicando una debole partecipazione alla definizione delle questioni prettamente sociali. Quel ruolo lo definisce la legge, che consegna ai sindaci, che sono autorità sanitaria locale, un compito di programmazione in materia sociale e sanitaria, istituendo dei precisi luoghi di confronto con le aziende». Lo afferma la consigliera regionale Manuela Celotti (Pd) replicando alle affermazioni dell’assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi, intervenuto ieri a Codroipo al convegno “Comuni e Aziende sanitarie per la tutela della salute dei cittadini”.
«Se i Consigli comunali entrano nel merito della riorganizzazione degli ospedali e di quello che non sta avvenendo rispetto alle sfide della sanità territoriale, non si tratta di posizioni inopportune, come l’assessore le descrive, ma dell’esercizio di un diritto/dovere proprio degli eletti dai cittadini» continua Celotti. La sanità, continua, «non è di proprietà dell’assessore regionale, del presidente della Regione o di un direttore generale di azienda sanitaria e mi sembra sempre più evidente che i sindaci vogliono essere, giustamente, coinvolti. Riccardi dice di volere il confronto, ma poi nega ai sindaci o ai consiglieri regionali la possibilità di stare al tavolo e ogni obiezione alle scelte fatte viene tacciata di irresponsabilità o di strumentalizzazione politica. Chiedendo un approccio responsabile in realtà si chiede di firmare un assegno in bianco e a chiederlo è la stessa persona che sette anni fa, prima e durante la campagna elettorale delle regionali, stava sulle barricate senza fare sconti a nessuno. Le scelte di oggi avranno conseguenze per decenni, su tutti e tutte noi, ed è assolutamente legittimo e anzi doveroso che i sindaci, i consiglieri regionali e le rappresentanze dei lavoratori della sanità vogliano partecipare a queste decisioni».