Smascherato dalla Gdf di Arezzo il consorzio Reses che in Friuli gestisce la “Casa Albergo” di Osoppo. 3 arresti e 10 indagati. 26 i milioni di euro sottratti all’erario
E’ di 26 milioni di euro la cifra che non sarebbe stata corrisposta all’erario, mentre ammonta a 500mila euro il sequestro di denaro a carico dei tre arrestati. Le ordinanze riguardano il presidente di Reses ex Agora Italia Daniele Mazzetti e gli stretti collaboratori Letizia Beoni e Alessandro Corsetti. Così ieri un lancio dell’Ansa. Sembrerebbe una delle tante notizie di ordinario malaffare di cui purtroppo è costellata la cronaca italiana, magari notizie lontane che non riguardano il Friuli che si sa è terra degli onesti a prescindere o almeno questa è la fotografia autorefenziale che è stata propinata per anni avendo gioco facile nel solco dell’orgoglio popolare, quello che non riesce a vedere oltre il proprio naso e che quando vede si piega agli interessi, pur di non vedere. Così è per molta politica e stampa e soprattutto per le pubbliche amministrazioni che si lasciano “invadere” facilmente e che in ossequio al principio, sempre politicamente negato, ma sempre realmente applicato della logica del massimo ribasso, accettano in nome dello sconto ogni tipo di incompatibilità. Già perchè le indagini della GdF di Arezzo, coordinate dal procuratore Roberto Rossi, sono andate oltre la città aretina, oltre la Toscana, e hanno fermato un’organizzazione a delinquere, con operatività anche in altre regioni del Centro e Nord Italia Friuli compreso. Un consorzio attivo da anni nella gestione di strutture socio assistenziali affidate da enti pubblici e privati. In Friuli l’attività si era focalizzata in quel di Osoppo, la “Casa albergo” e probabilmente voleva essere trampolino per ulteriori future azioni. Tale organizzazione, secondo i finanzieri, avrebbe partecipato a gare pubbliche per l’affidamento di servizi tramite il consorzio, per poi affidare la gestione a cooperative riconducibili ai tre arrestati. Un meccanismo che il mondo della cooperazione legale ben conosce e combatte, ma che utilizza le pieghe delle norme per agire con spregiudicattezza attraverso il giochetto dell’apri, chiudi e riapri. Un carosello di società cooperative fasulle che alla fine si scopre essere non solo riconducibili agli stessi soggetti ma che con l’abile coinvolgimento di soggetti terzi, ammorbano il “mercato” degli appalti pubblici nel settore Rsa. Infatti secondo gli investigatori gli indagati, con il contributo di un consulente fiscale, avrebbero commesso ripetuti e plurimi reati fiscali che nel tempo hanno generato un rilevante debito nei confronti dell’Erario, mai onorato, in capo delle singole cooperative che poi sarebbero state poste in liquidazione e sostituite con altre. Nel complesso la somma non versata all’erario sarebbe di 26 milioni di euro. Associazione a delinquere e reati fiscali le accuse ipotizzate. Ammonta invece a 500mila euro il sequestro preventivo messo a segno nei confronti dei tre arrestati.
La società Reses che sta per acronimo contratto di Residenze Sociali e Sanitarie e non per chiudo mi resetto e riapro, come il nome potrebbe far pensare, è presente in molte Regioni italiane che come si legge nella loro brochure digitale, è una Cooperativa Sociale Consortile nata dalla volontà delle sue Consorziate di unire i rispettivi saperi, ed in effetti sembra proprio a vedere quanto scoperto dagli inquirenti aretini, i saperi, quelli fiscali almeno, ma anche quelli in grado di accaparrarsi contratti pubblici, è stato fin qui decisamente efficiente.
Ad Osoppo la “Casa Albergo” è situata in un edificio di proprietà comunale composto da 18 camere singole, 7 camere doppie, 2 camere triple e 22 appartamenti possono ospitare 1 o 2 persone ciascuno. Sarà da vedere ora quali ripercussioni potrà avere lo tsunami che sta colpendo il consorzio sulle gestione a Osoppo, sarà bene che il Comune friulano inizi a preoccuparsi.