Sogni, incubi e realtà possibile

Ho fatto un sogno., un magnifico sogno, ho visto Putin colto da improvvisa pulsione pacifista chiedere scusa agli ucraini, ritirare i suoi carri armati e chiedere l’adesione alla Nato, prima che questa venisse sciolta perché considerata inutile. Ho visto Salvini ritirarsi a vita privata imbarcarsi come volontario assieme sulla nave Mare Jonio dell’Ong italiana Mediterranea Saving Humans per salvare migranti dal mare e dai rigurgiti della sua malefica politica. Ho visto in regione Massiliano Fedriga e il suo assessore alla sicurezza Roberti predisporre l’accoglienza sulla rotta balcanica curando i piedi martoriati dal cammino di quella sfortunata umanità attraverso l’Europa dell’est. Ho visto l’assessore Riccardi tornare alla sua vecchia passione autostradale in qualità di casellante, tanto sempre di maneggiare denaro non suo si tratta. Ho visto Debora Serracchiani affranta ammettere di averne azzeccate poche come presidente del Fvg e decidere di non candidarsi più. Ho visto il sindaco “Pieri” Fontanini godere dei suoi molti vitalizi giocando a briscola in osteria, lasciando finalmente in pace gli udinesi e i friulani. Ho visto la sinistra iper-frammentata riunirsi in concordia mai vista. Insomma ho visto oniricamente concretizzarsi l’impossibile. Poi mi sono svegliato…. e all’ottimismo dell’utopia si è sostituito il pessimismo della ragione e al sogno si è sostituito l’incubo di essere in un paese, il mio paese, allo sbaraglio per l’irresponsabilità e l’opportunismo elettoralistico di alcuni. Così, quando sento la gente che dice “la prossima volta sto a casa dal voto”, pur capendoli perchè la nausea che si prova da anni è comune, non ne condivido la scelta per due precise ragioni: la prima è che l’astensionismo in realtà è funzionale a chi vince, perchè in realtà, non essendoci (giustamente) “quorum” alle politiche, queste sono valide che voti il 10% degli italiani o il 90% e le “poltrone” vengono divise su una percentuale che prescinde dal numero dei votanti complessivo. Certo all’indomani del voto tutti si stracceranno le vesti parlando di disaffezione dalla politica, ma poi inizieranno le grandi manovre governative e tutto finirà nel dimenticatoio e chi ha vinto rivendicherà il potere anche se la sua rappresentanza sarà, in termini assoluti, lontanissima dalla maggioranza degli italiani. La seconda ragione per la quale richiudersi nel “privato” del non voto non è condivisibile, è quanto mai contingente. Oggi, dopo la legislatura più pazza del mondo e con un parlamento dove prevalevano i clown (scusandoci per il paragone con la nobilissima categoria circense), potremmo trovarci nell’incubo di una maggioranza becera e violenta dove a prevalere potrebbero essere i nipotini stupidi di Benito e gli arroganti padani di sempre. Non una destra moderna europea che l’Italia non ha, ma una accozzaglia di personaggi inqualificabili molti dei quali in odore di razzismo, omofobia e antisemitismo che definire semplicemente “fascisti” è errore storico, perché pensare ad un ritorno delle camice nere non è storicamente reale. Semmai sono le radici ideologiche sovraniste che dovrebbero preoccupare nell’attuale scenario internazionale con il rischio di marginalizzare l’Italia. Se l’incubo si dovesse concretizzare al massimo delle potenzialità consentite dalla pessima legge elettorale in vigore, si potrebbe determinare l’incubo di una destra con maggioranza di due terzi alla Camera e Senato e quindi con la possibilità di cambiare la Costituzione senza aver bisogno del referendum confermativo. Questo perché i collegi uninominali del rosatellum premiano i partiti che si alleano e penalizzano le liste solitarie che saranno anche ideologicamente “pure” ma destinate ad essere irrilevanti. In sostanza i 147 collegi uninominali alla Camera e i 74 al Senato, possono produrre un “premio di maggioranza” che può, in linea neppure tanto teorica, superare il 15%. Se si lascerà questa possibilità alla destra, perchè il centro sinistra non avrà la capacità di superare diffidenze, odi e personalismi, creando una coalizione solida, questo potrebbe accadere per davvero. Bisogna sapere infatti che se la destra supererà il 50% complessivo dei voti, grazie al rosatellum potrà raggiungere il traguardo dei 2/3 dei seggi con cui appunto si può cambiare la Costituzione. I guai a quel punto sarebbero davvero pesanti e l’Italia potrebbe fare la fine dell’Ungheria di Orban.