Sondaggi: Fedriga, soddisfatto per i sondaggi. La narrazione mediatica di buon governo continuerà, finché vi saranno “bonus” milionari da elargire e una opposizione collaterale

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Considerando il valore che hanno i sondaggi su politica e politici, non sorprende che ancora una volta quello sul gradimento tra i presidenti di Regione de Il Sole 24 Ore torni a confermare i dati già espressi in passato. Bene quindi che il presidente della giunta regionale del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga esprima soddisfazione, del resto come funziona l’audience è cosa nota, quindi che Fedriga dica: “Sono contento per la terza posizione con una percentuale che conferma il risultato elettorale al 64 per cento alle regionali” è quasi ovvio come è ovvio che ricordi il fatto “che sono cinque anni che condivido il podio con i presidenti del Veneto e dell’Emilia Romagna, si tratta di un risultato di continuità che sprona a proseguire il percorso intrapreso”. Ed è proprio sulla logica della continuità che ci sarebbe da esprimere dubbi. Fedriga che certamente è persona intelligente sa bene il valore relativo che hanno certe consultazioni sondaggistiche tanto che alla fine della sua dichiarazione di giubilo aggiunge: “Che i sondaggi rilevino il consenso dei cittadini è sempre una soddisfazione, ma andiamo avanti con i piedi per terra, con la consapevolezza che le cose da fare per la regione sono indipendenti dai sondaggi, ancorché positivi”.

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Forse Fedriga registra più e meglio dei sondaggisti l’aria che tira nella realtà dei territori e, al netto dell’oltre miliardo che ancora una volta, è più di sempre, si trova immeritatamente ad elargire nel prossimo assestamento di bilancio, sa bene che se oltre che a soddisfare gli appetiti della classe economico politica dominante non si vedranno ricadute reali nel benessere della popolazione, il consenso arrivato può sciogliersi nel volgere di poco tempo e un Fedriga non è “per sempre”. Per capirci se, per fare un esempio, peggioreranno le condizioni economiche in Friuli Venezia Giulia e la sanità resterà la pecora nera nel paese, non basteranno le coperture mediatiche buoniste a salvargli l’onore e i voti, perchè quando le ferite si aprono e le promesse di buon governo si dimostrano mendaci, non ci potrà essere racconto fantasioso che tenga. E non basterà autoproclamarsi “governatore” con l’intera stampa a reggere il moccolo.  In realtà anche Fedriga ha la sua corona di spine, il suo cilicio da portare, come accade a livello nazionale alla Meloni, ha il gap difficile da colmare di una classe politica di centrodestra spesso incapace ed imbarazzante, fra “prenditori” furbacchioni, inguaribili bugiardi e squallidi personaggi nostalgici. Ma dalla sua, unguento a lenire le ferite, Fedriga, forse più che la Meloni, ha il vantaggio che anche nell’opposizione sono pochi quelli che brillano. Vige nella classe dirigente di centrosinistra  un individualismo comunicativo tanto imbarazzante quanti inefficace. Speriamo che tutto questo non si traduca in ulteriore futuro astensionismo. Oggi infatti non si tratta più solo di “resistere, resistere” per parafrasare lo slogan lanciato dal capo del pool di mani pulite l’allora procuratore generale Francesco Saverio Borrelli nel suo durissimo e famoso discorso che fece aprendo l’anno giudiziario milanese nel 2002, ma di “reagire, reagire, reagire”.