Sos Mediterranee: «Il nuovo decreto legge non dovrebbe esistere, ci criminalizza nuovamente»
«Siamo profondamente preoccupati anche dal semplice fatto che questo nuovo decreto esista, perché non fa altro che aggiungere norme inutili e discriminatorie alle attività di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo centrale. Le navi civili che soccorrono vite umane in mare nel Mediterraneo sono ancora una volta oggetto di una campagna di criminalizzazione». Così Alessandro Porro, presidente di SOS MEDITERRANEE Italia all’indomani della promulgazione da parte del Presidente della Repubblica del nuovo decreto legge approvato dal governo in materia di ricerca e soccorso in mare. È necessario sottolineare che tutte le azioni intraprese dalle navi civili impegnate nel salvataggio di vite umane in mare nel Mediterraneo centrale sono già regolate da un Corpus giuridico di norme internazionali, stabilito e stratificato da molti anni. Il decreto attualmente all’esame del Parlamento italiano non pone alcuna nuova norma a tutela di tali imbarcazioni, né offre alcun miglioramento del coordinamento delle attività di ricerca e soccorso, previsto dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS), dalla Convenzione internazionale per la salvaguardia della vita umana in mare (SOLAS) e dalla Convenzione internazionale sulla ricerca e il soccorso in mare (SAR). Inoltre è per sua natura discriminatorio, in quanto prende di mira specificamente le navi civili che operano nel Mediterraneo centrale. «La sola esistenza di questo decreto nazionale rischia di complicare e indebolire il quadro giuridico marittimo nel suo complesso. Inoltre, siamo molto preoccupati per il nuovo arsenale di strumenti finanziari e amministrativi repressivi, che potrebbero portare a sanzioni e detenzioni di navi civili che si porrebbero al di fuori dello stesso inquadramento giuridico previsto dal diritto internazionale», afferma ancora Porro. Ci auguriamo che gli Stati membri dell’Unione Europea e gli Stati associati tornino immediatamente a rispettare il diritto del mare e smettano di criminalizzare le navi civili che lo applicano, e proprio sulla rotta di migrazione marittima più letale al mondo. Solo nel 2022, almeno 1.400 persone sono morte in questo tratto di mare: donne, bambini e uomini. L’80% dei decessi registrati nell’intero Mediterraneo. Dal 2016, SOS MEDITERRANEE ha salvato oltre 37mila persone che si trovavano in imminente pericolo di morte in mare. 37mila persone che avrebbero potuto morire se il nostro equipaggio non avesse rispettato la Legge del Mare.