Speculatori in azione. Prezzi di beni essenziali in aumento. Ma la guerra è solo scusa moltiplicatrice a beneficio dei soliti noti e dei loro vassalli
Cingolani: “L’aumento dei prezzi dei carburanti è una truffa ai cittadini” tuonava così il ministro della transizione ecologica meno di un mese fa, era infatti il 12 marzo scorso. “Non esiste motivazione tecnica di questi rialzi. La crescita non è correlata alla realtà dei fatti, è una spirale speculativa su cui guadagnano in pochi”. Ma va, verrebbe da commentare dinnanzi a questa elementare constatazione che in realtà è la base fondante del “mercato” in un sistema dove la speculazione è la reale cifra della ricchezza di pochi sui tanti. E non serve neppure guardare sbigottiti la bolletta del gas o della “luce” come in maniera poetica (legato al concetto positivo che si contrapponeva al buio)i veniva chiamato dai nostri “vecchi” quello che oggi è il “conto energetico”, basta fare una passeggiata fra le corsie di un supermercato per constatare che l’aumento dei prezzi è lineare su ogni tipologia di merci, anche su quelle dove l’impatto della crisi relativa a energia e guerra in Ucraina sono marginali. Insomma come sempre avviene ad ogni occasione possibile, ogni disgrazia, si tramuta in moltiplicatore per speculatori senza scrupoli, bravi imprenditori osannati e premiti dalla politica. Insomma la guerra tra Russia e Ucraina non è una causa, ma un fattore moltiplicatore della speculazione che era già in atto dato che i prezzi dell’energia e dei beni agricoli erano da tempo oggetto delle attenzioni distorsive del mercato. In altre parole, il costo del gas, del petrolio e del grano non dipendono dall’offerta e dalla domanda fisica di quei beni, o almeno non del tutto, ma dalle centinaia di migliaia di “scommesse” finanziarie sull’andamento del loro prezzo che gruppi di potere finanziario transnazionali compiono soffiando nel contempo sul fuoco della guerra. Una partita con i dadi (e i dati) truccati. Questo fenomeno, non certamente nuovo e non legato solo all’energia, aveva già portato varie volte i prezzi alle stelle, con rimbalzi al ribasso mai completi. Per essere chiari ad ogni rialzo segue, nel tempo, un ribasso ma che lascia comunque più alta l’asticella del prezzo, con conseguenze devastanti per le economie e i consumi reali, aumenta la forbice fra ricchezza di pochi e povertà di tanti. Ora a questo meccanismo perverso si è aggiunta anche la guerra, amplificando a dismisura, con quella scusa, le possibilità speculative, tanto che perfino un ministro come Cingolani scopre l’acqua calda. E la politica? Cingolani a parte, che dovrebbe essere a cassetta sul calesse per frenarne la corsa e che invece lo rincorre istericamente gridando allo scandalo, quasi nulla perviene. Certo si è deciso un parziale calmieraggio del prezzo dei carburanti e una, allo stato invisibile, riduzione delle bollette con il solito attivissimo “ufficio complicazione affari semplici (Ucaf) che sta operando per complicare burocraticamente la possibilità di sconti, ma di realmente strutturale e soprattutto automatico, nulla. Perché gli aumenti scattano subito, le riduzioni passano sotto le forche caudine di sofferenti contrattazioni, chissà perché. In realtà non si può dispiacere al “mercato” che deve essere libero, anche di speculare, ovviamente. Così si è riesumata la figura, già nata morta quando venne istituita, di “mister prezzi. Una delle più grandi prese per i fondelli partorite negli ultimi anni. Tanto che forse con un residuo di dignità e vergogna, non era stato più di tanto pubblicizzato. Era finito nel dimenticatoio da parecchio tempo, ma il decreto-legge n. 21 del 21 marzo 2022, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 67 del 21 marzo 2022 in vigore dal 22 marzo lo richiama in servizio attivo, attivo si fa per dire. Torna in sostanza la figura del Garante per la sorveglianza dei prezzi, anche conosciuto come Mr. Prezzi che in realtà, senza che nessun se ne accorgesse, fu istituito ai sensi della legge n. 244 del 24 dicembre 2007 e successive modifiche e integrazioni. Il personaggio svolge i compiti di monitoraggio, informazione e segnalazione attribuiti dalla norma, senza compenso, mantenendo le proprie funzioni e avvalendosi delle strutture del medesimo Ministero, ma in realtà, non aveva alcun potere sanzionatorio. L’incarico di Garante è stato ricoperto nel tempo da Antonio Lirosi (dall’istituzione fino a febbraio 2009), Luigi Mastrobuono (da febbraio a giugno 2009), Roberto Sambuco (da luglio 2009 a luglio 2012) , Gianfrancesco Vecchio (da ottobre 2012 al 30 novembre 2016), Andrea Napoletano (dal 19 giugno 2017 al 31 luglio 2018). Dal 3 gennaio 2019 ad aprile 2021, la funzione è stata ricoperta da Salvatore Barca. Attualmente tale carica è ricoperta da Benedetto Mineo, Segretario generale del Ministero dello Sviluppo Economico. Il decreto-legge del marzo scorso ha “potenziato” le attività e gli strumenti a disposizione del Garante dei prezzi in tema “di sorveglianza e di trasparenza dei prezzi per contrastare eventuali speculazioni nei confronti dei consumatori dovuti alla rideterminazione delle aliquote di accisa dei carburanti e dei contratti di approvvigionamento di luce e gas”. All’attività di verifica dei livelli di prezzo corrispondenti al corretto e normale andamento del mercato è stata aggiunta la possibilità per Mr. Prezzi di comminare sanzioni da un minimo di 2.000 (duemila) a un massimo di 200.000 euro. Cifra che spaventerà moltissimo le compagnie petrolifere e quelle energetiche che comunque e semplicemente le metteranno a bilancio d’uscita. Scaricando quindi anche le multe sui prezzi per soddisfare così gli appetiti del “mister”. Intanto Pantalone paga. Ma questa volta c’è una pericolosa variabile, la povertà, perché a furia di raschiare il fondo il barile nella casa degli italiani, il barile rischia di sfondarsi e chissà che dopo la guerra e la pandemia in un clima da tempesta perfetta non passa esserci anche la rivolta, fatta ad esempio di legittimo rifiuto di pagare tasse e tributi. Magari non per volontà di rivoluzione, ma per la decisione che ogni “buon padre di famiglia” dovrà prendere… far mangiare e scaldare i figli o pagare lo Stato.