Stadio Friuli, tornerà il sereno con l’Udinese dopo che Fontanini pare orientato a completare l’opera del suo predecessore Honsell

Ieri completavamo il nostro pezzo sullo stadio Friuli (alias Dacia Arena) con la nota dell’ex sindaco di Udine Furio Honsell, uno degli attori principali dell’accordo che nel 2014 perfezionò l’operazione di cessione “temporanea” per 99 anni (novantanove anni) dello Stadio dei Rizzi, operazione messa alle corde dall’Anac ma soprattutto dalla posizione stizzita presa dall’Udinese che minaccia di rompere tutto lasciando lo stadio al suo destino ma soprattutto chiedendo al Comune la restituzione milionaria di quanto investito. Aggiungiamo che la società calcistica non pare tanto arrabbiata con l’Autorità anti-corruzione ma con l’immobilismo del Comune di Udine , immobilismo in verità che è la caratteristica dell’attuale amministrazione praticamente in quasi tutti i dossier, tranne quello “sicurezza”, a colpi di telecamere e taser ai vigili urbani e taglio di alberi e cespugli. Honsell quindi ha deciso comprensibilemente di tornare in campo, almeno mediaticamente per difendere l’operazione Stadio diventata per lui una sorta di fiore all’occhiello della sua amministrazione. Del resto non ha mai nascosto la sua stima per la famiglia Pozzo e per il Presidente Giampaolo in particolare tanto che il mese scorso ed in maniera non del tutto usuale per un politico, aveva pubblicamente emesso una nota nella quale faceva gli auguri al Presidente dell’Udinese Gianpaolo Pozzo per i suoi 80 anni. Si leggeva nella nota del 24 maggio scorso: “ A lui vanno i miei migliori auguri di tantissimi altri anni di vittorie. A lui un forte ringraziamento come cittadino di Udine, per essere riuscito grazie alle sue straordinarie doti di imprenditore anche sportivo, a porre il nome della nostra città sulla carta geografica mondiale, perché il calcio è fenomeno globale. Personalmente esprimo la soddisfazione per aver collaborato con lui nei dieci anni in cui ho avuto il privilegio di essere Sindaco di Udine, alla realizzazione di tanti progetti culminati con la  costruzione del nuovo stadio. Fu un progetto di intesa  pubblico-privato che ancora oggi è invidiato e preso a modello in Italia. A tutti noi ha  insegnato come con la tenacia e la determinazione si  riescono a realizzare tutti i progetti, anche quelli che possono  sembrare impossibili all’inizio”. Ebbene con questa premessa era ovvio che le notizie provenienti da Udine mettessero in agitazione l’ex sindaco tanto da esprimere un accalorato appello al suo successore Pietro Fontanini affinche: “l’attuale amministrazione comunale di Udine, si adoperi per quanto le compete, affinché l’Udinese possa completare l’opera di riqualificazione delle zone ancora a grezzo sotto le gradinate, così come previsto dalla legge Delrio, e approvato nella conferenza di servizi”. E raro che un sindaco in carica accolga i “suggerimenti” di un suo predecessore che per di più milita dall’altra parte della barricata. Ma in questo caso più che le parole di Honsell hanno potuto probabilmente le minacce dell’Udinese. Così è di oggi la notizia che il Comune di Udine sarebbe pronto a convocare la conferenza dei servizi per rimettere in moto l’iter che dovrebbe portare allo sviluppo dello stadio Friuli per realizzare una vera e propria cittadella dello sport. In sostanza il sindaco Pietro Fontanini intenderebbe, come suggerito da Hosell, di seguire le indicazioni dell’Autorità nazionale anticorruzione che, pur avendo rilevato alcune mancanze nell’esecuzione del contratto in essere tra Palazzo D’Aronco e la società bianconera, ha di fatto dato il via libera allo stadio 2.0. Si tratta di indiscrezioni di stampa, in quanto pare non vi sia stato alcun contatto in questo senso con l’Udinese, si parla cioè per dichiarazioni pubbliche, ma appare probabile che alla fine il sereno torni, troppi gli interessi e non solo economici in gioco e sullo stadio tornerà a splendere il sol dell’avvenir. Almeno per le casse dell’Udinese calcio che in futuro potrebbe riservarci sorprese e non solo di natura sportiva.

Querelle stadio Friuli rischia di finire male per i cittadini. L’udinese minaccia di andarsene e la politica immobile e inutile cerca responsabilità attuali e storiche