Stato dei lavori del “Laboratorio Lago” di Cavazzo, comitati Salvalago sulla risposta dell’Assessore all’Ambiente Scoccimarro ad una interrogazione

Pubblichiamo volentieri le considerazioni dei Comitati Salvalago dopo la risposta dell’assessore regionale Scoccimarro sullo stato dei lavori del “Laboratorio Lago”.   “Purtroppo le criticità del lago non spariscono negandole o sminuendole, ma stanno sempre lì aggravandosi con il passar del tempo, né spariscono i comitati che pure staranno lì combattivi a svolgere il loro ruolo. Pesanti sono le responsabilità dinanzi alle future generazioni di coloro che non vi hanno posto rimedio a tempo dovuto preferendo dirottare sulla familiare Trieste i finanziamenti europei per “la riconversione ecologica” nella quale il recupero della naturalità del lago rientra a pieno titolo, ma la sua “colpa” è di essere ubicato in Friuli e non a Trieste! È tempo che sia il presidente della giunta regionale Fedriga a venire nella Val del Lago a dire chiaramente se come la Regione intende recuperare “le condizioni di naturalità del lago” (il più grande della regione) e “garantirne la fruibilità, anche a fini turistici”. Così come recitano le vigenti leggi regionali relative al Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni! La Regione rispetti ed attui le proprie Leggi! L ’ Assessore Regionale all’Ambiente Scoccimarro, ha risposto all’interrogazione del Consigliere Honsell sul notevole ritardo della presentazione delle “conseguenti soluzioni finalizzate a recuperare le condizioni di naturalità del lago stesso e a garantirne la fruibilità, anche ai fini turistici, in conformità al Piano Regionale di Tutela delle Acque ” da parte dell’apposito tavolo di lavoro denominato “Laboratorio Lago dei Tre Comuni” istituito presso tale Assessorato ben 2 anni fa con la L.R. 6. 8. 2019 n.13 art.4 comma 35. Ecco i punti principali della risposta dell’assessore: “Da una valutazione di larga massima, resa possibile analizzando i dati riportati da A2A al Tavolo, il problema dell’apporto di fanghi dalla centrale sembrerebbe ridimensionato rispetto a quanto denunciato dai Comitati”. Caustico e largamente condivisibile il commento dei comitati: “è paradossale, in concepibile e inaccettabile : che l’assessore assuma a proprio riferimento “i dati riportati da A2a” che è la società lombarda proprietaria della centrale di Somplago dalla quale derivano le criticità del lago e non degni invece attenzione agli studi dei geologi Tosoni e Cella, alla perizia dell’ ing. Franco Garzon incaricato dai tre Comuni rivieraschi, dalla Comunità Montane della Carnia, dalla Comunità Montana del Gemonese e dal Consorzio BIM del Tagliamento il quale (e non i Comitati!) indica in 110 anni il tempo in cui lo scarico torbido della centrale trasformerà il lago, diventerà una palude, allo studio dell’ing. Dino Franzil il quale (e non i Comitati!) perviene agli stessi tempi, alle ricerche e studi dell’ Istituto di Scienze Marine ( I SMAR ) di Bologna del CNR i cui ricercatori (e non i Comitati!) hanno rilevato e studiato il fondale coperto di fango”.

L’ASSESSORE: “Tutti concordano sull’utilità del canale di bypass, ma, non essendo di competenza della Regione, risulta un aspetto delicato per la risoluzione del problema”.
COMMENTO DEI COMITATI: L’’affermazione dell’Assessore vorrebbe essere astuta politicamente ma finisce per risultare compassionevole. Infatti se il bypass è utile (e indispensabile, diciamo noi) allora va fatto! Va fatto se la “transizione ecologica” non è un’espressione vuota! Invocare la non competenza della Regione per lavarsene le mani è ridicolo poiché, se incompetente, a che titolo la Regione ha legiferato ripetutamente dal 2014 citando addirittura il bypass nel parere unanime della IV Commissione Consiliare sulla proposta del Piano Regionale di Tutela della Acqua (PRTA), nello stesso PRTA, indicendo il bando europeo e costituendo infine il Laboratorio Lago? L’Assessore dica chi allora è competente se non lo è la Regione e lo interessi al problema.
L’ASSESSORE:
“Nella parte finale della relazione riguardo all’accumulo del fango afferma “in particolare si è provveduto ad acquisire i dati batimetrici in possesso di A2A” e “l’accumulo medio è risultato pari a 8 cm nel periodo compreso tra i due rilievi ovvero negli 8 anni tra il 2011 e il 2019, quindi IN MEDIA DELL’ORDINE DI 1 CM” ALL’ANNO”. Per concludere “questi dati sembrerebbero ridimensionare di molto la situazione di criticità del lago”.
COMMENTO DEI COMITATI: Altri studi indicano ben maggiore deposito di fango! Ma, anche attenendoci al deposito di 1cm/anno i conti sono i seguenti: la centrale è entrata in funzione nel 1958, da allora sono trascorsi 62 anni e quindi il fango depositato ha lo spessore di 62x1cm = 62cm. Pare che all’Assessore non bastino! Anche se si sono rivelati più che sufficienti a ridurre il fondale
ad un paesaggio lunare privo di vita come dimostra la foto dell’ISMAR!.
L’ASSESSORE:
“Nella sua risposta non fa nemmeno un accenno all’acqua gelida scaricata dalla centrale nel lago rendendolo non fruibile per la balneazione, tant’è che il vicino torrente Palar è frequentatissimo dai bagnanti al posto del lago”.
COMMENTO DEI COMITATI:
Affinchè si rendano conto di questa situazione invitiamo l’Assessore Scoccimarro e il direttore generale dell’assessorato a prendere un bagno nel lago: al loro ritorno sulla riva noi saremo pronti a
ristorarli con un vin brulé con l’augurio che non si prendano un malanno.

Risposta di Scoccimarro