Tagli all’università: la mazzata è arrivata ed è problema per tutti: personale, docenti e studenti. La

In una nota congiunta i segretari di Udine e Trieste della Flc Cgil la Federazione Lavoratori della Conoscenza il sindacato di tutti coloro che lavorano nei settori della scuola (pubblica e privata), dell’educazione degli adulti, dell’università. Scrivono  Marco Duriavig e Matteo Slataper: “La mazzata alla fine è arrivata, come previsto. E non lascia adito ad interpretazioni: i tagli imposti dal Governo incidono, ed incideranno, sulla gestione ordinaria anche delle Università del Friuli Venezia Giulia. Ci uniamo pertanto alle dichiarazioni dei rettori delle Università di Udine e di Trieste, che sottolineano come il futuro dei due atenei regionali sia fortemente a rischio. La preoccupazione è forte perché le conseguenze sono diverse e potrebbero toccare tutti: chi lavora nell’Università, ma anche gli studenti e le famiglie.
Senza risorse ordinarie, infatti, le attività di ricerca e di formazione degli atenei rischiano di essere pesantemente condizionate, limitando le potenzialità di ricercatori e docenti. Ma allo stesso tempo, senza un adeguato finanziamento, anche le assunzioni e gli stipendi di lettori, tecnici, amministrativi e bibliotecari potrebbero subire conseguenze. Per ultimi gli studenti e le famiglie potrebbero vedere salire il peso delle tasse universitarie, come contromisura legata ai tagli dei finanziamenti ordinari.
Tutto questo non è solo preoccupante, è inaccettabile, perché mina ancora una volta il sistema delle università pubbliche andando in direzione opposta alle politiche di investimento in istruzione e ricerca degli altri Paesi d’Europa.
Le scelte del Governo sono ormai evidenti: frammentare e squalificare il lavoro di tutto il personale (ricercatori, docenti e personale tecnico amministrativo), definanziare gli atenei a partire dal funzionamento ordinario e allo stesso tempo favorire le università private, a partire da quelle telematiche.
Inoltre, questi pesanti tagli determinano un futuro fosco per migliaia di ricercatori precari che operano nelle università e che hanno scelto di investire nel proprio futuro in Italia: il rischio è che si determini un aggravamento della fuga verso l’estero di persone altamente qualificate, di cui il nostro Paese ha estremo bisogno.
La Flc-Cgil ha sempre espresso con forza la propria contrarietà a tali politiche. Continueremo a farlo anche nelle prossime settimane, convinti che unendo le forze sia possibile contrastare con la massima efficacia le scelte del Governo a tutela dell’università pubblica”.