Terapia intensiva anche nel settore privato? L’assessore Riccardi riferisca in Commissione. Ma sarà inutile perdita di tempo
Il servizio di terapia intensiva attualmente appannaggio della sanità pubblica sarà affidato in futuro anche alle strutture private convenzionate della regione? A questa domanda dovrà rispondere in Aula l’assessore regionale alla sanità Riccardi, al quale i consiglieri regionali Liguori, Putto, Martines, Pellegrino, Conficoni, Fasiolo, Honsell, Capozzi e Celotti hanno chiesto di presenziare a una seduta della III commissione consiliare appositamente convocata per fare luce sulla questione e conoscere quale sia l’orientamento della Regione rispetto all’ipotesi ventilata. «La terapia intensiva – ha spiegato Simona Liguori del gruppo Patto-CIVICA FVG, prima firmataria della richiesta di audizione dell’assessore Riccardi – è tra le unità più all’avanguardia di una struttura ospedaliera. Quando un paziente versa in gravi condizioni di salute, in cui i parametri vitali sono compromessi e devono essere stabilizzati attraverso trattamenti intensivi e monitoraggio continuo, viene ricoverato nel reparto di terapia intensiva. Nell’unità dedicata opera personale sanitario specializzato e sono presenti sofisticati macchinari, che consentono l’osservazione costante e l’assistenza quotidiana nei casi in cui una o più funzioni vitali siano seriamente danneggiate. E qualora la pianificazione sanitaria della Giunta dia il via libera al privato convenzionato, quali saranno le ricadute sugli ospedali pubblici che già ora patiscono l’esternalizzazione di servizi essenziali quali i pronto soccorso e le radiologie? conclude Liguori». Fin qui quanto affermato dalle opposizioni, ma una domanda sorge spontanea verso di loro, che risposta vi aspettate se non i soliti magheggi dialettici tipici dell’assessore ormai famoso per essere il più scaricabarile di sempre? Forse sarebbe il caso di uscire dalla inconcludente palude dell’aula e chiedere ai cittadini e non solo al personale sanitario, che già lo fa, di mobilitarsi. Ricordiamo sommessamente che quanto succede in Consiglio regionale e ancora meno nelle commissioni resta confinato nei recinti degli addetti ai lavori, dato che l’informazione in genere si guarda bene di disturbare il manovratore.