Trieste: deficit di assistenza nelle strutture di ricovero all’attenzione del consiglio regionale. Preannunciato esposto in procura
Il racconto delle carenze assistenziali di cui è stata vittima una signora novantaduenne ha avuto una larga diffusione nei social e ha innescato un’ondata di messaggi che segnalavano analoghi, se non ancor più gravi deficit di assistenza nelle strutture di ricovero triestine. Le descrizioni nella loro gravità sono drammaticamente ripetitive e ci danno un quadro assai fosco delle condizioni di cura e assistenza agli anziani. Non è solo la qualità delle prestazioni terapeutiche e assistenziali a venir meno, viene infatti sistematicamente calpestata anche la dignità della persona umana con pratiche umilianti oltre che invalidanti, come somministrare a indiscriminatamente a tutti i ricoverati anziani il pannolone anche se continenti. L’estrema carenza di personale incide nel mangiare e bere del malato, che deve spesso arrangiarsi da solo, non potendo contare sull’aiuto di altri, viste le pesanti limitazioni di accesso dei familiari, che vivono l’angoscia di non poter meglio accudire ai propri cari. In questo contesto l’allettamento prolungato è ormai la regola, e sappiamo cosa significhi ciò per l’anziano. Le descrizioni fatte dai parenti delle condizioni psicofisiche dei loro cari quando tornano a casa – se tornano – sono impressionanti. Lo scorso 6 settembre il Gruppo Misto ha portato questa situazione all’attenzione della 3° Commissione del Consiglio regionale il cui Presidente ha preannunciato in merito un esposto alla Procura della Repubblica. Ma a parere dei Consiglieri del Gruppo Misto questa sembra essere più una questione politica che di giustizia poiché non si tratta di correggere casi isolati, ma di una situazione di criticità diffuse che chiamano in causa gli assetti organizzativi e gestionali del SSR. La carenza di risorse umane non è risolvibile in tempi brevi, e a questa si dovrebbe far fronte con misure di buon governo volte ad incrementare l’efficienza del sistema.