Trieste: Quando capiranno che la Città è dei Cittadini?
Il Burlo a Cattinara, il taglio della Pineta per farne un posteggio, ma anche l’ovovia, l’abbattimento della sala Tripcovich, la vendita di palazzi in Porto Vecchio, l’acquario sottomarino… Sono solo gli aspetti più evidenti di un problema a monte: le richieste di confronto, le manifestazioni di contrarietà, le firme raccolte, le lettere e le prese di posizione di associazioni, gruppi, intelligenze e competenze, non vengono minimamente considerati.
“Loro” hanno tutta l’arroganza di chi, sentendosi “eletto dal popolo” non considera minimamente ciò che invece “quel popolo” gli chiede, suggerisce, contesta. Loro hanno il potere e l’interesse di approvarle, le norme che consentono tutto questo, e la legge autoritaria glielo consente.
È proprio ciò che avevamo previsto, quando indicavamo agli “oppositori fai-da-te” la necessità, indispensabile, di fare seriamente squadra, per dar fiducia ad almeno una metà dei 107.888 cittadine e cittadini che si sono rifiutati di sprecare tempo per un voto inutilmente sterile.
Era il solo modo per fermare l’arroganza di questi eletti dal 21% della città (fra i quali, pure, vi sono molti contrari a queste scelleratezze).
Certo, è mancanza di Democrazia costituzionale, di “sovranità popolare”; è disinteresse verso la maggioranza della città. Ne siamo tutti artefici e vittime: noi semplici elettori orfani di visioni lungimiranti che lasciamo loro mano libera; loro “condannati” a far finta di avere un consenso che non hanno.
_LaCittàAiCittadini_
Mario Cerne
Marina Marizza
Giuseppe Meineri