Trieste: riabilitazione a rischio?
Alla recrudescenza dei contagi COVID-19 cominciano a seguire limitazioni dei servizi erogati nelle strutture sanitarie. La Riabilitazione intensiva dell’Ospedale Maggiore di Trieste è stata riconvertita in reparto COVID e i pazienti sono stati trasferiti nella residenza per anziani “Villa Sissi”, che per natura istituzionale non sembra poter garantire la stessa tipologia quanti/qualitativa di un reparto ospedaliero specializzato, qualificato per erogare una riabilitazione di tipo intensivo, ovvero del massimo livello. Va ricordato che il paziente in riabilitazione intensiva necessita di interventi specifici di intensità e durata quantificati svolti da personale specializzato, che se non forniti nelle suddette forme esitano nel compromettere il pieno recupero funzionale e pertanto causare inabilità permanente e danno gravissimo per la persona e per il sistema sanitario. Il recupero funzionale, infatti, non solo rispetta canoni etici e deontologici, e si traduce in un guadagno in salute per il paziente, ma altresì in un risparmio per il sistema sanitario che così evita il cronicizzarsi di alcune condizioni. A Trieste esistono, al di fuori dei nosocomi pubblici, delle strutture assistenziali accreditate, ovvero certificate per qualità, capaci di erogare servizi di riabilitazione intensiva ed estensiva, che potrebbero quindi essere utilmente coinvolte. Data la situazione sopradescritta, ho inteso interrogare la Giunta per conoscere la procedura sin qui seguita per il reperimento dei posti letto in questione, gli standard assistenziali richiesti, i costi. Per sapere inoltre quali sono le misure, a fronte della recrudescenza del COVID-19, che ASUGI intende adottare per assicurare adeguati percorsi di riabilitazione ai malati che ne hanno bisogno subito e che non possono aspettare.
Interrogazione TS riabilitazione 18_11_21