Uil Fpl Fvg: “il nuovo piano di abbattimento liste d’attesa in Asufc è “spallata” al personale delle sale operatorie”

Con un lunga nota il  Segretario Generale della UIL FPL FVG Stefano Bressan interviene sul “piano” liste d’attesa  dell’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale (ASUFC): “Apprendiamo a mezzo stampa, e non tramite un proficuo e collaborativo incontro, come in ASUFC non ce ne sono più da tempo, di come le intenzioni del DG Caporale siano quelle di incrementare i volumi di attività per dare una “spallata alle liste d’attesa” cit., peccato che le spalle su cui graverà il peso della manovra siano sempre quelle dei sanitari già ridotti allo stremo delle forze. Come UIL FPL siamo molto preoccupati sui livelli di sicurezza delle cure che ASUFC dovrà garantire, infatti dal momento che le attività diagnostiche subiranno un aumento dei volumi di lavoro, conseguentemente dovrà accelerare anche l’attività chirurgica, per la quale ASUFC risulta fanalino di coda a livello nazionale, oltre che regionale. Pertanto, vogliamo mettere in luce il lato oscuro di questa manovra che rischia di essere una “spallata” agli stessi pazienti delle sale operatorie, presi in carico da professionisti con moltissime ore di lavoro straordinario già sulle spalle, condizione non di certo tra le migliori per far fronte alla delicatezza delle manovre chirurgiche da affrontare.
Scendendo nello specifico di quanto accade nelle realtà operatorie di ASUFC, portiamo l’esempio del presidio di Latisana, spesso affollato di turisti e vacanzieri, che risulta letteralmente al collasso con soli 5 Infermieri strumentisti e 6 Operatori socio-sanitari a sobbarcarsi tutta l’attività chirurgica, sia di elezione che di emergenza/urgenza, su 3 Sale operatorie, per un bacino di utenza di oltre 100.000 persone. Situazione identica anche per il personale di anestesia e rianimazione del nosocomio, diviso tra Area d’emergenza e Sale operatorie che può contare su soli 6 Infermieri di anestesia. Una situazione di grave carenza di personale, quantificata in almeno 10 unità infermieristiche specializzate, che a Latisana ha portato alle dimissioni di 7 professionisti da inizio anno, costringendo la Direzione ad attivare ripetute mobilità d’urgenza da Palmanova. Questa disposizione sta causando ulteriore disagio e malcontento tra le fila del personale palmarino delle Sale Operatorie, che da troppo tempo si trova tra l’incudine ed il martello in quanto l’attività chirurgica elettiva derivante dall’Hub di Udine risulta sempre maggiore, ed ora gli viene persino richiesto di coprire la carenza di personale di Latisana che dovrebbe aprire ulteriori Sale Operatorie. Ma le criticità più grandi, in cui ravvisiamo gravi inadempienze contrattuali al limite dello sfruttamento, degno del più becero caporalato, la troviamo nell’Ospedale HUB di ASUFC. Proprio a Udine infatti, sede degli interventi chirurgici più complessi e delicati, troviamo strumentisti con oltre 100 giorni di ferie pregresse e 400 ore di lavoro da recuperare, che si vedono negati persino i riposi in nome dell’abbattimento delle liste d’attesa. Troviamo molte Sale operatorie in cui il limite di 7 reperibilità mensili, inderogabili secondo CCNL, viene ampiamente sforato arrivando a 10, 15 o 22 turni di reperibilità in un mese di 30 giorni, con pesanti ricadute sulla stanchezza degli operatori, e sulla sicurezza dei pazienti operati. Oltre ai dati oggettivi, ci preme segnalare come anche il clima lavorativo sia di paura e tensione costante, con ferie revocate o concesse con poco preavviso, e tutto questo in nome di un abbattimento delle liste d’attesa che punta solo alla quantità e non alla qualità e alla sicurezza delle cure. In questo clima lavorativo di tensione, molti Coordinatori, in maniera capziosa, cercano quotidianamente di convincere i lavoratori a dare sempre in misura maggiore la propria disponibilità per l’attività aggiuntiva,
lasciando intendere che la non adesione avrebbe delle conseguenze sul piano della valutazione della performance individuale, compromettendo in tal modo il riconoscimento di incentivi e progressioni economiche. Consapevoli che tutto ciò non rientra in alcun modo nei parametri di valutazione presivi dal Regolamento aziendale. Come se non bastasse, ci troviamo davanti ad un tetris di personale che viene spostato da una specialità chirurgica all’altra senza un adeguata formazione, o personale infermieristico affiancato solamente da un OSS in Sala operatoria anziché da un altro infermiere strumentista come sarebbe previsto. Ci viene naturale chiedere, a questo punto, alla Direzione Aziendale se ha mai preso coscienza del rischio concreto a cui sottopone la cittadinanza intera consegnando interventi chirurgici delicati e complessi nelle mani di personale stremato, sobbarcato da turni aggiuntivi e richiami in servizio, a cui vengono concessi solo 15 giornate di ferie complessive all’anno. Come UIL FPL chiediamo un serio impegno con politiche di valorizzazione ed incentivazione del personale delle Sale operatorie di ASUFC, anche attraverso progettualità qualitative a zero ore che possano convincere il personale a non dimettersi ulteriormente, vista la carenza stimata di oltre 400 infermieri, 100 Operatori Socio Sanitari e almeno altri 100 tra tecnici e altri profili oltre che un serio piano assunzionale per consentire ai lavoratori attualmente in servizio di vedere una luce infondo al tunnel. Forse la Direzione aziendale, come anche le istituzioni politiche della sanità regionale si sono dimenticati che le cure erogate devono essere innanzitutto di qualità, oltre che in quantità commisurata alla richiesta. E che i cittadini peseranno le scelte fatte non soltanto in base ai numeri, ma anche in base alla qualità dell’assistenza che hanno ricevuto durante il ricovero ospedaliero, uno dei momenti più delicati della vita, che oggi è messo a serio rischio, costringendo i pazienti a rivolgersi alle strutture private per una sanità che non sarà più universale e crea disparità sociali”.