Un altro caso fatale di ritardo nei soccorsi, Consigliere Giulia Massolino (Patto-Civica) interroga la Giunta
Un altro caso di drammatico ritardo nei soccorsi con esito fatale a Trieste. «Di fronte a un tale numero di eventi così gravi sarebbe opportuno che la Giunta rivalutasse l’organizzazione complessiva del sistema emergenza-urgenza», dichiara Giulia Massolino, consigliera regionale del Gruppo Patto per l’Autonomia – Civica FVG, che, dopo aver effettuato un accesso agli atti su un caso segnalato, ha presentato un’interrogazione. Questi i fatti. A giugno 2023 una persona dalla sua abitazione a Roiano, in pieno centro, ha chiesto soccorso al 112 affermando di avere un infarto. La persona è stata connessa all’operatore della Struttura Operativa Regionale Emergenza Sanitaria (SORES) a cui ha precisato di non riuscire a stare in piedi e di sentirsi svenire. La suddetta telefonata al Numero Unico di Emergenza (NUE) 112 è registrata alle ore 13.22, e una seconda chiamata al 112 è arrivata alle ore 13.39 (quindi 17 minuti dopo) da parte di un’agente della Polizia locale che riferiva di essere sul posto dove una persona aveva un possibile infarto. SORES ha attivato un’autoambulanza SOGIT alle ore 13.32, 10 minuti dopo l’allarme, la quale è giunta sul posto alle ore 13.55, quindi 33 minuti dopo l’allarme. 41 minuti dopo l’allarme, SORES ha attivato un’autoambulanza ASUGI con infermiere, la quale è giunta sul posto alle ore 14.08 (46 minuti dopo la prima telefonata). Il paziente è stato ricoverato in UTIC – Unità Terapia Intensiva Coronarica – per infarto acuto del miocardio e non si è più ripreso fino al decesso, avvenuto a fine 2023, 9 mesi dopo.
«Nei casi di infarto la rapidità di intervento è fondamentale, e dunque in questo caso una ridotta tempistica avrebbe forse aumentato le probabilità di un esito favorevole per il paziente – procede Massolino -. La zona dell’intervento si trova nell’area urbana di Trieste: in base alla vigente normativa il soccorso doveva essere garantito in un tempo massimo di 8 minuti. ARCS ha dato, per altro, solo parziale riscontro alla mia richiesta di accesso agli atti, non avendo trasmesso né le registrazioni audio, sostenendo che fosse impossibile depurarle dai dati sensibili, né il log dell’intervento. Non proprio un esempio di trasparenza, in un caso così delicato».
La consigliera ricorda poi la petizione del 2020 che chiedeva la realizzazione di una seconda centrale PSAP-2 (centrale unica di emergenza di 2° livello) per l’area giuliana da collocare a Trieste, che aveva raccolto più di 7.500 firme. Inoltre, nel 2022 la Segreteria Regionale del FIALS ha inviato una missiva all’ARCS e per conoscenza all’Assessore Riccardi, con la quale contribuiva all’elaborazione del nuovo piano emergenza e urgenza (PEU) caldeggiando l’ipotesi di realizzare tre centrali operative di area vasta, corrispondenti ai territori delle tre aziende sanitarie regionali (ASUGI, ASU-FC e AS-FO).
«La realizzazione di una seconda centrale PSAP-2 a Trieste potrebbe consentire l’accorpamento con i trasporti secondari non urgenti e il coordinamento delle attività territoriali, rafforzando la continuità assistenziale, agendo efficacemente da filtro al ricorso improprio alle strutture ospedaliere e agevolando il rapporto con altri servizi di emergenza sul territorio», conclude Massolino.