Un documento sul Pronto Soccorso arriva dall’Associazione NET/WORKsaluteFVG. Importante contributo di conoscenza al dibattito sulla salute

Riceviamo è pubblichiamo: l’Associazione NET/WORKsaluteFVG ha costituito già dallo scorso anno un Gruppo di lavoro che vede la presenza di cinque società scientifiche rappresentative delle professioni mediche coinvolte nella attività di Pronto Soccorso e dell’urgenza territoriale.
Un primo documento sul Pronto Soccorso – con una analisi non convenzionale – è stato prodotto e nelle ultime settimane il confronto si è incentrato sulla situazione di forte disagio che vivono quotidianamente i cittadini/utenti di fronte alla difficoltà di avere risposte alle “urgenza minori” anche per la insoddisfacente forma organizzativa che coinvolge i Medici di Medicina Generale MMG con la formula della Medicina di Gruppo Integrata che non sembra in grado di dare una risposta nella fascia oraria 8-20 come sarebbe previsto dagli accordi collettivi della Medicina Generale. Il PNRR prevede l’adozione del nuovo numero europeo 116117 (chiamato a dare una risposta alle urgenza minori) che meriterebbe una adozione il più possibile solerte da parte della Regione Fvg. Pubblichiamo in forma integrale il documento:

PROPOSTA PER GESTIRE L’URGENZA MINORE SUL TERRITORIO

I CITTADINI DEVONO POTER AVERE INDICAZIONI SUI PERCORSI DA SEGUIRE

1. Gli accessi inappropriati al pronto soccorso

I dati rilevati e segnalati da AGENAS sui presunti accessi impropri ai Pronto soccorso (PS) (codici bianchi e verdi attribuiti al momento del triage) hanno riaperto la riflessione sulla necessità, universalmente condivisa, di intervenire sul sistema sanitario per rafforzare l’assistenza territoriale.

Anche se i dati pubblicati in questi giorni sui quotidiani locali non coincidono del tutto con quelli illustrati dal dottor Mantoan alla terza Commissione Consiliare, il fenomeno degli accessi impropri in PS è noto da tempo ed è sostenuto anche dallo studio che hanno condotto i colleghi del PS e della SIMG (Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie) di Trieste. Lo stesso studio ha evidenziato come la grande maggioranza dei pazienti che si sono rivolti al PS nel periodo oggetto di analisi non avesse consultato il proprio Medico di Medicina Generale (MMG) prima di recarsi in ospedale.

La chiave interpretativa fornita dai colleghi di Trieste, per giustificare il mancato coinvolgimento del proprio Medico di medicina generale MMG, è ricondotta alla competitività delle prestazioni che si possono ottenere in PS (esami di laboratorio, imaging, consulenze specialistiche…) rispetto al percorso che potrebbe proporre il medico di famiglia. Non è possibile escludere del tutto questa ipotesi, anche se richiede al paziente di pagare il prezzo della lunga attesa riservata ai codici meno impegnativi in servizi congestionati dalla domanda. È anche verosimile che molti pazienti – e qualche professionista – non siano al corrente dei percorsi alternativi che, per alcune prestazioni, sono disponibili senza dover ricorrere al PS.

2. Le urgenze maggiori e minori e l’attuale organizzazione della medicina generale

Rimane il fatto che i Cittadini del FVG riescono ad avere una risposta più che soddisfacente per le urgenze maggiori attraverso il sistema 112 (i dati sulle patologie con esito tempo dipendente lo dimostrano), ma non è così per le urgenze minori che si verificano durante la giornata, specialmente nelle ore in cui il proprio MMG non è più presente in ambulatorio.

Se è comprensibile che un MMG non possa essere reperibile per 12 ore al giorno, bisogna anche indagare come mai la medicina di gruppo integrata, i cui componenti (anche 10 o più, in alcune realtà) dovrebbero garantire una risposta nella fascia oraria 8 – 20, non incontri il gradimento degli utenti e non sembri risolvere il problema.

Una diversa valutazione può essere invece espressa per le aggregazioni dei MMG, che operano in una stessa sede, spesso con il supporto di personale sanitario e di segreteria. Purtroppo, però, queste forme organizzative (Unità Complesse di Cure Primarie, UCCP), previste da qualche tempo negli Accordi Collettivi Nazionali, rimangono esperienze pilota, oggi ancora poco diffuse sul territorio e quindi lontane dal costituire, per ora, un riferimento in grado di rispondere ai bisogni, veri o presunti, dei Cittadini.

In questo contesto, i Cittadini vivono con comprensibile ansia il fatto di non trovare nemmeno la disponibilità di un contatto telefonico (quasi sempre devono ascoltare le indicazioni di una anonima segreteria) a cui segnalare le preoccupazioni per qualche disturbo che riguarda loro stessi o i lori familiari e, quindi, ricevere indicazioni sul da farsi.

3. La soluzione possibile: intercettare e diversificare i flussi

Questa vera criticità non può più essere elusa: nella moderna visione dell’urgenza territoriale si tende a intercettare e diversificare i flussi già dall’insorgere del problema sul territorio, ma per conseguire questo risultato bisogna ricorrere a soluzioni alternative a quelle messe in campo attualmente. Nell’unica diapositiva dedicata all’Assistenza territoriale dal Direttore generale di AGENAS nell’incontro del 6 marzo in terza Commissione, sono state elencate le diverse soluzioni organizzative previste e finanziate dal PNRR: numero unico europeo 116117*, Centrale Operativa Territoriale (COT), Case della Comunità (CdC) nella cui attività coinvolgere, anche attraverso gli Accordi Integrativi Regionali (AIR), i MMG e i medici di continuità assistenziale, senza, tuttavia, accennare al centro di responsabilità e di governance di queste nuove infrastrutture (oltre che dei servizi sociosanitari e di assistenza primaria) che il DM 77/2022 individua nel Distretto, per una efficace gestione dei percorsi di presa in carico dopo l’urgenza.

Dobbiamo, purtroppo, constatare che non si intravvedono ancora le condizioni di contesto idonee per raggiungere questi obiettivi in tempi brevi. Sarebbe utile e importante attivare un tavolo tecnico tra i soggetti intercettati dal tema dell’urgenza territoriale, che veda la partecipazione anche dei livelli più alti della dirigenza dell’Assessorato alla Salute (se non dello stesso Assessore), per favorire – anche con opportune risorse derivanti dagli Accordi Integrativi regionali – la nascita e l’operatività delle prime CdC, che potrebbero essere anticipate da una maggiore diffusione delle UCCP in alcuni territori strategici, avendo chiaro, però, che le CdC (vero aspetto qualificante della riforma delineato dal DM 77) non sono state pensate con la finalità primaria di ridurre la pressione sui PS.

In questo tempo di mezzo, tra sistema in crisi e nuove risposte ancora in divenire, ci sembra che l’unica soluzione organizzativa davvero percorribile, che non richiede particolari investimenti (una volta verificata l’adeguatezza dell’infrastruttura informatica) sia l’attivazione, nei tempi più brevi possibili, del numero unico per le cure mediche non urgenti 116117*.

Siamo convinti che se il cittadino potrà avere, da operatori adeguatamente formati, una risposta telefonica qualificata al proprio problema di salute (vero o solo percepito come tale) si realizzerà un primo requisito per ristabilire la fiducia nel sistema. Il contatto tra Cittadino e 116117*, infatti, consentirà – obiettivo strategico – di indirizzare i flussi della domanda su percorsi differenziati, che non vedano come unica possibilità l’approdo al PS, veicolando anche il messaggio che la persona che esprime un bisogno non sia costretta ad arrangiarsi, alla ricerca di risposte da servizi che, a torto o a ragione, avverte sempre più in affanno.

Udine, 4 aprile 2024

Documento a cura di Net/Work Salute FVG

con il contributo del gruppo di lavoro: SIMEU FVG; AAROI-EMAC FVG; SIMG FVG; CARD FVG; FADOI FVG

* “Il numero unico europeo armonizzato 116117 è il numero per l’accesso alle cure mediche non urgenti e ad altri servizi sanitari territoriali a bassa intensità̀/priorità̀ di cura. È uno strumento di comunicazione rivolto a tutti i cittadini ma non è un numero di emergenza sanitaria. Il numero garantisce a tutti i cittadini nelle 24 ore la possibilità̀ di ricevere, senza soluzione di continuità, risposte a tutte le chiamate di cure mediche non urgenti. Funziona, inoltre, da raccordo con il servizio di continuità̀ assistenziale e di emergenza urgenza” (dall’ allegato alla DGR 1896 del 2022).