Un ottimo Branduardi martedì ad Aquileia in un riuscito concerto nonostante la carente organizzazione
E’ stata una bella serata quella che ha visto protagonista ad Aquileia martedì sera Angelo Branduardi, un musicista diventato icona di un modo di fare musica attraverso un difficile equilibrio fra suono e parole, fra musica, ritmo e poesia. Una serata finita bene ma cominciata male, non solo perché il maltempo imperversava a pochi chilometri lambendo Aquileia senza mai investirla mettendo in forse fino all’ultimo lo stesso svolgimento del concerto, ma soprattutto perché gli organizzatori locali della serata hanno fatto di tutto per complicare la vita agli spettatori tenuti fuori della piazza accalcati nei pressi dell’unico varco previsto senza alcuna differenziazione fra chi aveva prenotato e chi no. Una fonte di possibile rischio per gli oltre 1000 spettatori in attesa, resa ancora più grave nel momento in cui, all’apertura del varco, anche il patetico tentativo di mettere ordine con dei braccialetti colorati si è dimostrata idea irrealizzabile dato che, a decine sono corsi in avanti bypassando il controllo che doveva essere nominativo. Insomma tutto quanto si poteva fare per creare confusione è stato fatto da una organizzazione che apparsa poco lucida e che ha fatto prendere rischi inutili soprattutto a che era arrivato fra i primi rimanendo in attesa quasi due ore davanti al varco, pressato sempre di più da chi arrivato dopo si era accalcato più dietro e cercava di guadagnare spazio. Tutto era prevedibile e nulla è stato fatto per evitare problemi. Comunque, nonostante tutto, la fortuna più che l’organizzazione ha consentito che andasse bene e più che le parole di scusa pronunciate da palco dal sindaco di Aquileia, è stata la bravura di Angelo Branduardi a far placare gli animi dei giustamente arrabbiati spettatori. Branduardi così si è preso la scena ed è stato il vero protagonista della serata riempendo di sonorità la splendida piazza Capitolo nello scenario di incomparabile bellezza della basilica simbolo di Aquileia e della sua storia millenaria. Sul palco insieme a Branduardi il polistrumentista triestino Fabio Valdemarin, eclettico musicista e suo storico collaboratore.
In apertura del concerto, definito da Branduardi un “esperimento” le canzoni ispirate a san Francesco. Poi l’alternarsi di brani storici del repertorio del “menestrello d’Italia”, una carriera lunga ormai quasi cinquant’anni. Fra i pezzi anche “Schiarazule Marazule”, attribuita a Giorgio Mainerio: musicista e prete friulano, una figura emblematica della complessità oscura e visionaria del ‘500 friulano. Quella ballata diventata poi “Ballo in fa diesis minore” Branduardi l’ha proposta in omaggio alla terra che l’ospitava in versione originale. Poi altri pezzi compreso l’immancabile “Fiera dell’est” il brano che lo ha reso famoso che è stato cantato e suonata con l’aiuto di tutto il pubblico presente. Insomma una serata di musica e poesia che alla fine ha fatto dimenticare il preludio di “anarchica follia” nella gestione non professionale del flusso degli spettatori.