Una Pasqua senza resurrezione politica. Una giunta regionale in continuità. La passione continua ma, chi è causa del suo mal….
La pausa pasquale è giunta quanto mai opportuna per il neo rieletto “governatore” Massimiliano Fedriga che comincerà martedì il primo giro di incontri tra le delegazioni dei partiti della sua maggioranza per selezionare i dieci componenti della giunta. Ma siamo certi che l’uovo di Pasqua avrà anche la sorpresa delle scelte sul vicepresidente della Regione, sul presidente del Consiglio e sulle presidenze di commissione. Squadra vincente non si cambia aveva fatto intuire Fedriga che però si trova dinnanzi non pochi nodi da sciogliere. La continuità di cui parla Fedriga manifesta infatti la volontà di cambiare il meno possibile, fermo restando che due posti sono già liberi: Infrastrutture, di cui Fedriga aveva l’interim, e Cultura e Sport, lasciata da Tiziana Gibelli, indicata nel 2018 da Forza Italia. Due come i posti in più da assegnare a Fratelli d’Italia, che intanto ha presentato i suoi otto eletti in Consiglio regionale. Così tutto lascia pensare che saranno scelti in quella rosa i tre assessori che il segretario Walter Rizzetto e il ministro ai Rapporti col Parlamento Luca Ciriani negozieranno con Fedriga, il quale ha assicurato che non saranno più richieste le dimissioni da consigliere per far parte della giunta. Indiscrezioni lasciate trapelare fano intuire che per le Infrastrutture si fa il nome di Cristina Amirante, goriziana, ma da tempo residente a Pordenone. Cultura e Sport potrebbero finire a Mario Anzil. Fosse così resterebbero immutati gli assetti territoriali rispetto alla giunta precedente e verrebbe garantita la rappresentanza femminile. Fedriga, in rappresentanza della sua civica, dovrebbe puntare di nuovo su Alessia Rosolen, Sergio Bini e Pierpaolo Roberti: ora al Lavoro, Attività produttive e Autonomie locali, rispettivamente mentre Fabio Scoccimarro potrebbe mantenere l’Ambiente, sempre nel nome della continuità. Da parte sua la Lega potrebbe confermare Barbara Zilli, Stefano Zannier e Sebastiano Callari, che vengono da Finanze, Agricoltura e Patrimonio. Per Forza Italia potrebbe rimanere alla Sanità Riccardo Riccardi che così potrà proseguire la sua opera di demolizione, titolare anche della Protezione Civile, delega a cui tiene molto, perchè si sa a lui piace non avere lacci e lacciuoli nella spesa. In sostanza non cambierà molto e del resto così ha decretato il voto che ricordiamo sarebbe stato nullo se fosse previsto il quorum come per la validità della consultazione referendaria popolare dove è necessario che si rechino alle urne metà degli aventi diritto al voto più uno. Così invece governa chi prende la maggioranza della minoranza che si è recata alle urne, varrebbe la pena ricordarselo quando ci si riempie la bocca di “ci ha voluti il popolo”. Se poi invece ci si dimentica subito della maggioranza che non ha votato il rischio per la democrazia diventa molto alto. Ma viene il sospetto che della democrazia importi davvero poco. L’importante è il potere.