Uno spiraglio sull’attualità di Eugenio Montale in relazione al mondo digitalizzato

«Nella attuale civiltà consumistica che vede affacciarsi alla storia nuove nazioni e nuovi linguaggi, nella civiltà dell’uomo-robot, quale può essere la sorte della poesia?»  . È tipico delle grandi menti porsi grandi interrogativi e in questo caso si tratta di Eugenio Montale, che nel 1975 pronunciò il discorso “È ancora possibile la poesia?” in occasione della vincita del Premio Nobel. All’epoca c’era «soprattutto»  la televisione, che, insieme ad altri mezzi di comunicazione di massa aveva «tentato non senza successo di annientare ogni possibilità di solitudine e di riflessione». Oggi, viene spontaneo pensare anche al ruolo dei social network. Si sa che gli italiani non sono dei lettori (è un fatto grave) e, se non credo affatto sia sbagliato leggere poesie via social (per esempio quando citate nei vari post), ritengo che l’errore stia nel basarsi unicamente su questi mezzi meccanici. È un po’ come se ci trovassimo in mezzo a uno scenario alpino e ci mettessimo a osservarlo attraverso delle foto scattate col cellulare!  I social network possono, credo, offrire anche spunti interessanti fornendo magari degli input per successive ricerche a tema. È il caso di quando si trova da qualche parte una poesia di un autore che non si conosceva; potrebbe essere l’occasione per un approfondimento culturale, magari andando in libreria o in biblioteca a leggere uno dei suoi libri. E se poi il libro non piace? Pazienza, non sarà comunque mai stato tempo sprecato perchè quello dedicato alla cultura non lo è mai. Le nostre giornate sono piene di elementi fastidiosi propinati anche tramite i canali di comunicazione (pensiamo a certe inutili notifiche che inondano il cellulare, alle innumerevoli violenze visive e televisive ecc). In un simile contesto di imbecillismo mediatico, penso che parte della nostra missione consista anche nel cercare di difendersi meglio che si può. In breve, non bisogna finire fagocitati dal Nulla, nè lasciare che i ragazzi caschino nella trappola digitale. Non va bene permettere ai propri figli di divenire succubi della «mercificazione dell’inutile»  perchè è a questa che «sono sensibili particolarmente i giovanissimi»  e si tratta anche di uno dei «pericoli del nostro tempo» . E come si fa, si butta via il cellulare? No, si legge, rivendicando così il diritto alla propria umanità ed evitando di trasformarsi in marionette (telecomandate).

Anna Maria Grattarola
Sitografia
https://www.palumboeditore.it/insiemeperlascuola/contenuti/assets/pdf/biennio_antologia_L2_F.pdf
https://www.sololibri.net/Poesia-Italia-oggi-essere-poeta-considerazioni.html
https://www.ultimavoce.it/e-ancora-possibile-la-poesia-linterrogativo-di-montale/