Urne aperte a Udine per scegliere il nuovo sindaco e uscire dall’oscurantismo
I seggi elettorali a Udine si sono aperti regolarmente alle 7 di questa mattina. Sono 98 le sezioni allestite e sparse sul territorio comunale. I cittadini udinesi sono chiamati a scegliere il suo nuovo sindaco tra l’uscente Pietro Fontanini e lo sfidante Alberto Felice De Toni. Alle urne potenzialmente potrebbero recarsi circa 80 mila elettori ma come è noto si vota non solo domenica fino alle 23 ma anche lunedì dalle 7 alle 15. Si vota barrando il riquadro che contiene il nome del candidato prescelto. Lo spoglio delle schede comincerà subito dopo la chiusura delle urne e dovrebbe esser rapido e il risultato sarà valido qualunque sia l’affluenza registrata. Basterà un voto più dell’avversario per decretare chi siederà nello scranno più alto di Palazzo d’Aronco. Difficile fare un pronostico perché pende sul risultato l’incognita astensionismo che ormai è la prima forza in campo e anche il primo turno in realtà è solo un punto di riferimento dato che non è detto che i voti delle liste meno premiate si riversino sui candidati oggi in lizza. Certo che una conferma di Fontanini manterrebbe la città in un limbo pericoloso di immobilismo che già nel quinquennio passato l’ha fatta scivolare nella quasi ininfluenza rispetto ai livelli decisionali delle politiche reginali. Altro che “capitale del Friuli”, la Udine fontaniniana si è caratterizzata per la sua chiusura conquistandosi il ruolo di Cenerentola nei progetti e programmi di una Regione a trazione giuliana. Fattore reso ancora più drammatico dalla riconferma di Massimiliano Fedriga al quale una Udine asservita servirebbe molto.