Usa e Ue discutono di Afghanistan e, più o meno alla chetichella, trattano con i Talebani. Intanto muoiono di fame stenti e malattie 112 bambini al giorno

L’Afghanistan, da sempre uno dei luoghi più pericolosi per essere un bambino, vive oggi un’emergenza complessa e composita, entrata in una nuova fase, più drammatica ed insidiosa, dopo i rivolgimenti politici e socioeconomici che hanno sconvolto il paese nel 2021. Oltre 24,4 milioni di persone – più della metà della popolazione – hanno bisogno di urgente assistenza umanitaria: 12,9 milioni sono bambini sotto i 18 anni. In un paese già colpito da quattro decenni di conflitti, calamità naturali ricorrenti, povertà cronica ed epidemie, ed ora dalla devastante pandemia di COVID-19, il livello di sofferenza è oggi pressoché senza precedenti. Fin qui la fotografia di una situazione come raccontata dall’Unicef. In questa situazione e dopo la vigliacca fuga occidentale dal paese stride non poco la notizia che rappresentanti e inviati speciali dell’Unione europea, Francia, Germania, Italia, Norvegia, Regno Unito e Stati Uniti si sono incontrati a Oslo il 24 gennaio scorso per discutere la situazione in Afghanistan, e in questa occasione, si sono tenute anche “sessioni” con rappresentanti dei talebani. Così con una ipocrisia tipica oggi, Usa ed Europa ribadiscono “l’urgenza di affrontare la crisi umanitaria in Afghanistan”. Secondo fonti ufficiali durante l’incontro, sono state discusse le misure necessarie per aiutare ad alleviare le sofferenze degli afgani in tutto il paese. Usa e Ue, “hanno riconosciuto le misure adottate per facilitare l’accesso degli operatori umanitari” nel Paese, sia “uomini che donne”, ma hanno pure ribadito la loro “preoccupazione per il fatto che sussistono ancora alcuni impedimenti” e che quindi è “importante rimuovere rapidamente tutte le condizioni e gli ostacoli alla consegna degli aiuti umanitari”. Leggendo fra le righe si capisce da un lato l’impotenza e dall’altra la probabile azione di compravendita. sicurezza in cambio di risorse fidandosi quindi dei Talebani. Durante gli incontri è però stata rimarcata “l’importanza del rispetto dei diritti umani e la forte necessità di un sistema politico inclusivo e rappresentativo per garantire stabilità e un futuro pacifico per l’Afghanistan”, se non ci fosse una tragedia che colpisce milioni di Bambini, donne e uomini ci sarebbe da ridere perchè Usa e Ue, si legge sempre nella nota hanno “esortato i talebani a fare di più per fermare l’allarmante aumento delle violazioni dei diritti umani, comprese le detenzioni arbitrarie (incluse le recenti detenzioni di attiviste per i diritti delle donne), le sparizioni forzate, la repressione dei media, le uccisioni extragiudiziali, le torture e il divieto di istruzione per donne e ragazze”, che “non possono lavorare né hanno la libertà di viaggiare senza una scorta maschile”. Ma il comunicato non parla del fatto che, secondo fonti Unicef ogni giorno 112 bambini perderanno la vita nel corso del 2022. L’emergenza che vive l’Afghanistan, infatti si è prolungata negli anni e vede il sovrapporsi di crisi molteplici, con il paese che sta affrontando simultaneamente epidemie di morbillo, diarrea acuta, febbre dengue e COVID- 19, con 18,1 milioni di persone che necessitano di assistenza medica d’emergenza. Per non parlare dell’insicurezza alimentare diffusa, che nel 2022 colpirà oltre 8,7 milioni di persone, mentre la Malnutrizione Acuta ha già superato la soglia di emergenza in 27 delle 34 province: 1,1 milioni i bambini in pericolo di vita, con 1 bambino su 2 sotto i 5 anni che nel 2022 si prevede sarà gravemente malnutrito. Ma l’aspetto più ridicolo della nota ufficiale è nella parte dove si legge che sono stati “accolti con favore gli impegni pubblici dei talebani in base ai quali tutte le donne e le ragazze possono accedere alle scuole a tutti i livelli (primario, secondario e terziario) quando le scuole in tutto il paese riapriranno a marzo”, ma, è stata sottolineata la “necessità di preparativi concreti, sia di bilancio che tecnici, per garantire che ciò diventi realtà”. Gli inviati di americani ed europei hanno quindi “riaffermato la loro aspettativa che i talebani manterranno i loro impegni in materia di antiterrorismo e traffico di droga”. Solo alla fine, quasi come nota a margine si legge che i governi di Usa e Ue “stanno ampliando le operazioni di soccorso, aiutando a prevenire il crollo dei servizi sociali e sostenendo il rilancio dell’economia afghana”. Gli inviati hanno quindi sottolineato “l’importanza di aumentare la liquidità in contanti e il sostegno al settore bancario per contribuire a stabilizzare l’economia afgana”, sollecitando ancora una volta “lo sviluppo di una strategia solida e trasparente per ripristinare la fiducia nel settore finanziario”. Anche in questa occasione è stato chiarito che il confronto con i talebani “non implica in alcun modo alcun senso di riconoscimento ufficiale o di legittimazione del governo ad interim annunciato dai talebani nel settembre 2021”. Ogni commento ci pare inutile.

Foto di Amber Clay da Pixabay