Ussai M5s Fvg: “Sanità, Poggiana difende le scelte di chi lo ha nominato”
“Davanti al comunicato estremamente analitico e circostanziato dei sindacati rappresentativi delle professioni mediche e sanitarie, sugli errori della politica, rea anche di avere nominato ‘dirigenti i cui curricula, in molti casi, non sono all’altezza della complessità’, il direttore generale di ASUGI si è sentito in dovere di difendere, in maniera del tutto inopportuna, chi lo ha nominato”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai, dopo la replica del direttore Antonio Poggiana alle affermazioni di AAROI EMAC e altre organizzazioni sindacali. “Il comunicato delle organizzazioni sindacali racconta molto bene gli ultimi 15 anni di storia della sanità regionale, e andrebbe letto e riletto – aggiunge Ussai -. L’intervento di Poggiana è a dir poco inaccettabile, e se proprio avesse voluto dire qualcosa, avrebbe dovuto spiegare perché la nostra Regione, con Udine e Trieste tristemente leader a livello nazionale, ha avuto i dati peggiori di mortalità nel 2021. In questi casi, si attivano studi e indagini per capire cosa sia successo, ma si è preferito non sollevare la questione”. “Per quanto concerne il rapporto tra Regione e Università, abbiamo chiesto l’illustrazione nella competente Commissione consiliare dell’apposito protocollo, come peraltro accaduto nella scorsa legislatura, oltre a un’audizione dei professionisti sul tema – ricorda l’esponente M5S -. Formalizzeremo nuovamente la richiesta”. “La volontà di chi nomina i vertici delle principali Aziende sanitarie è stata quella di puntare su seconde linee rispetto alle nomine della precedente Giunta e altri manager con poca esperienza per poterli più facilmente manovrare. Predisporremo un accesso agli atti sui contratti dei direttori generali – conclude Ussai – per sapere se la Regione si è tutelata rispetto al mancato raggiungimento di obiettivi, prevedendo anche la possibilità, dopo le verifiche dei risultati aziendali, di risolvere il contratto. Il caso di Pordenone, dove Polimeni è stato di fatto promosso invece di prendere atto del suo fallimento, lascia parecchi dubbi in merito”.