Vertenza Wärtsilä, accordo trovato a Roma nella notte. Sullo sfondo anche la possibilità di una riconversione “militare”

Non è stato semplice ma alla fine nella notte un accordo sulla Wärtsilä è stato perfezionato  a Roma. In estrema sintesi verrà garantito il lavoro ai 347 lavoratori  fino a marzo prossimo, poi scatterà un contratto di solidarietà fino a settembre 2023 dopo il quale, se tutto andrà bene, avverrà il subentro di un nuovo soggetto industriale. Ovviamente per attuare l’accordo è previsto lo sblocco dei motori marini in consegna, mentre il contratto di solidarietà sarà modulato in base ai carichi di lavoro, con integrazione salariale garantita dalla regione di 3 euro per ogni ora di sospensione dal lavoro al mese garantendo una certa compensazione salariale ai lavoratori. Fin qui tutto chiaro, ma quello che appare meno garantito è  l’impegno di Wartsila e del governo ad avviare un percorso di reindustrializzazione con ammortizzatori sociali di accompagnamento fino al subentro a regime del nuovo soggetto industriale, dato che non è ancora emerso un soggetto certo, anche se alcune trattative sarebbero in corso. Una mezza dozzina i potenziali investitori individuati, ed anche se l’accordo porta il sigillo del governo con la dichiarazione dell’importanza strategica del sito di Bagnoli della Rosandra, i mesi corrono veloci e la mancata individuazione del soggetto manufatturiero è la criticità più forte, dato che vi sono dei paletti precisi relativi alla produzione futura che non potrà essere in concorrenza con la produzione di motori Wärtsilä.  Secondo indiscrezioni i comparti a cui appartengono le aziende interessate  ad investire sono di diversa natura, dal settore energia a quello della componentistica auto, più accreditati sono due fondi di investimento che vorrebbero investire nella motoristica navale di piccola o media dimensione non in concorrenza con i grandi motori di Wartsila. Ma il gruppo più accreditato è in realtà  nel settore difesa e per questo  avrebbe bisogno del via libera governativo. Si tratterebbe del gruppo tedesco Rheinmetall  una delle maggiori industrie militari tedesche, proprietaria fra l’altro della RWM (Rheinmetall Waffe Munition) che in Sardegna, presso Iglesias, produce le bombe esportate nella guerra in Yemen. La Rheinmetall è impegnata su molti fronti produttivi uno dei quali riguarda i carri leggeri Lynx KF41 e il nuovo carro armato pesante  KF51.

carro armato pesante  KF51

Potrebbe essere questo, ma si tratta di indiscrezioni basate su informazioni di stampa specializzata,  il futuro dello stabilimento di Bagnoli della Rosandra dato che il nuovo carro  necessita di un motore da 1.100 kilowatt / 1.500 cavalli aggiornamento di quello del Leopard 2, già nelle disponibilità progettuali della Rheinmetall. Solo voci, ovviamente ma correlate da una serie di indizi e di trattative incrociate alle quali non sono estranei da mesi  i governi italiano e tedesco. Tutto passerebbe anche attraverso la cessione da parte di  Leonardo proprio alla Rheinmetall della  Oto Melara e della Wass, le due controllate del settore  armamenti terrestri e navali messe in vendita da Leonardo. Il dossier Oto Melara (con la proposta di Rheinmetall) è passato dal tavolo di Draghi e quello del governo Meloni che dovrebbe prendere una decisione nelle prossime settimane. La Rheinmetall acquisirebbe il 49% di Oto Melara e Wass, con opzione per un ulteriore 2% che gli garantirebbe il controllo. Una trattiva complessa dato sul tavolo ci sono vari soggetti forti, infatti sia il consorzio franco-tedesco Knds sia l’italiana Fincantieri hanno espresso interesse per le due divisioni Oto Melara e Wass. Ma l’offerta di Fincantieri per Oto Melara e Wass includerebbe anche  Rheinmetall dato che in caso di aggiudicazione dell’ex Oto Melara, Fincantieri avrebbe bisogno di un partner “terrestre” e  Rheinmetall con la sua produzione sarebbe l’ideale dato che l’invasione russa dell’Ucraina potrebbe accelerare i piani per il consolidamento della difesa europea di cui i carri armati potrebbero essere ossatura fondamentale. Senza contare che anche l’esercito italiano deve rinnovare i carri leggeri e fra i più quotati vi sono anche i Lynx KF41 di Rheinmetall che potrebbero sostituire gli ormai vetusti Ariete. Insomma grandi manovre nel mondo degli armamenti di cui Wärtsilä potrebbe diventare ingranaggio ma anche elemento di tattativa.   Non entriamo ovviamente nel merito degli aspetti etici nel trasformare una azienda che produceva motori per navi “divertimento” in parti di strumenti di morte, questo sarà un eventuale altro capitolo.