Volano gli stracci fra le associazioni degli industriali: Pordenone si allea con Trieste in funzione anti Udine

Non meraviglia l’addio unilaterale dato dagli industriali di Pordenone a quelli di Udine. Non meraviglia perchè il fuoco da mesi covava sotto le ceneri. Così l’annuncio agostano dato dal presidente di Unindustria Pordenone, Michelangelo Agrusti è non è proprio un fulmine a ciel sereno. Il presidente di Unindustria Pordenone infatti ha comunicato che i consigli di presidenza dell’associazione pordenonese degli industriali e quello della Confindustria della Venezia Giulia (nata dalla fusione tra Gorizia e Trieste) hanno votato all’unanimità l’avvio del percorso di fusione tra le due associazioni chiaramente in funzione anti Udine. Le ragioni ufficiali del naufragio del progetto dell’associazione unica risiedono, aveva tuonato ieri Agrusti, nella “mancanza di feeling e nell’assenza di una visione comune”, che ha poi aggiunto:”Le fusioni si fanno se c’è della chimica, con Udine non c’è, noi ci abbiamo provato scontrandoci però, purtroppo, con un modo differente di concepire Confindustria. Con la Venezia Giulia, invece, le cose sono andate diversamente”.
Non è mancata ovviamente la risposta di Confindustria Udine per bocca della presidente Anna Mareschi Danieli che punta il dito sulla mancata volontà dei colleghi di Pordenone di rinnovare le cariche sociali (che Udine ha avviato). “Forse, dice testualmente Anna Mareschi Danieli, è proprio questo aspetto il reale freno al processo di fusione”. In sostanza la presidente di Confindustria Udine afferma di prendere atto delle dichiarazioni del presidente Michelangelo Agrusti: “Nell’augurare a questo punto buon lavoro al presidente Agrusti – commenta in una nota Anna Mareschi Danieli, presidente di Confindustria Udine -, senza entrare nel merito della decisione, ribadisco un concetto semplice: noi pretendiamo che il nostro Statuto venga rispettato, punto. Sbagliamo? Direi di no. Se le regole esistono devono essere rispettate. Siamo aperti alla discussione costruttiva qualora si ritenga vadano cambiate, ma fino a tal momento, noi pretenderemo che vengano rispettate. Noto come la nostra “visione burocratica” viene additata alla base del mancato accordo tra Udine e Pordenone. Bene. E quindi? Siccome non si vogliono rispettare le regole allora è colpa di chi invece le segue? Sul serio stiamo parlando di questo?”.

Ciò premesso, Mareschi Danieli ripercorre il percorso della regionalizzazione. “Udine – ricorda – ha cercato di stimolare le territoriali e la Federazione per procedere sulla via della regionalizzazione, ma è un dato di fatto che, da un anno a questa parte, di passi avanti non ne sono stati fatti. Noi non possiamo costringere nessuno a fare qualcosa che non vuole fare. Noi siamo una squadra fatta di persone che lavorano e che non hanno tempo per star dietro a giochi di potere. Non potevamo accettare questa immobilità del sistema. Per questo motivo abbiamo ritenuto necessario scuotere la situazione. Come? Dando per decorsi i termini definiti nel protocollo di Aggregazione ratificato dall’Assemblea di Udine il 18 luglio 2018 perché neanche una delle date e delle azioni inserite in tale documento è stata perseguita, a partire dall’approvazione in Assemblea del Protocollo stesso che – a quanto ci è dato finora di sapere – Pordenone non ha mai approvato. È evidente che se ciò fosse accaduto, sic et simpliciter, il processo di regionalizzazione sarebbe quantomeno iniziato. A noi questa azione non appare assolutamente conflittuale quanto un atto di buon senso”.

Per la presidente di Confindustria Udine la mancata fusione non fa gli interessi degli associati. “In questa situazione nessuno è in condizione di scaricare qualcun altro. I veri scaricati sono gli imprenditori che anche questa volta non avranno modo di portare avanti le loro istanze in maniera compatta. Questo è il vero problema. Sono mesi che gli imprenditori chiedono un’assemblea generale regionale costituente, per dimostrare che non solo a Udine ma anche nel resto della Regione si parla la stessa lingua e siamo tutti più che convinti che la regionalizzazione di Confindustria sia la strada obbligata da seguire non solo per la semplificazione e l’ottimizzazione delle risorse del sistema ma anche per darci maggior peso e rappresentanza”.

“Nulla di personale, questo lo confermo, ma la vera novità della regionalizzazione – rimarca Anna Mareschi Danieli – sarebbe in realtà coincisa con un rinnovamento delle cariche sociali (che Udine ha avviato). Forse è proprio questo aspetto il reale freno al processo di fusione. In tal senso una riflessione approfondita da parte di tutti sarebbe opportuna”.

Confindustria Udine, ad ogni modo, non demorde. “Siamo disposti a fare anche domani mattina la regionalizzazione – come fra l’altro approvato dalla nostra Assemblea all’unanimità -, valutando anche, qualora servisse, di mettere sul piatto della bilancia tutto il nostro patrimonio ma questo processo deve imprescindibilmente avvenire senza perdere di vista il perimetro delle regole che ci siamo dati, che fungono da garanzia del bene comune la cui osservanza significa rispetto del mandato che i nostri imprenditori ci hanno conferito”.

“Ad ogni modo – termina la Presidente – Confindustria Udine non si ferma qui. Il nostro obiettivo unico è semplificare la vita ai nostri imprenditori e aumentare sempre di più il nostro livello di servizio e di rappresentanza. E così faremo”.

Interviene nella querele anche Sergio Razeto, Presidente di Confindustria “Venezia Giulia”: “La realizzazione di un’unica Confindustria Friuli Venezia Giulia è da tempo l’obiettivo dichiarato da Confindustria Venezia Giulia, perché siamo convinti che un soggetto unitario che integri tutte le componenti dell’attuale sistema confindustriale possa rispondere ancora più puntualmente alle esigenze degli associati, in particolare in merito all’efficienza ed efficacia dei servizi erogati alle imprese, e soprattutto incidere maggiormente sulla tutela dei loro interessi e sull’incisività della rappresentanza.

Questo processo, avviato più di due anni fa e confluito in un protocollo promosso a luglio 2017 da tutte le Associazioni – Unindustria Pordenone, Confindustria Udine e Confindustria Venezia Giulia – ha visto nell’ultimo periodo un rallentamento circa la sua attuazione, legato principalmente ad alcune visioni differenti tra le realtà di Pordenone e di Udine. Quest’ultima ha deciso, pur ribadendo la volontà di arrivare all’aggregazione regionale, di sospendere l’attuale percorso in attesa della definizione di un nuovo scenario complessivo.

Stante la ferma convinzione che il contesto economico-produttivo che stiamo vivendo richiede di arrivare in tempi brevi al traguardo della costituzione di un unico ente confindustriale regionale, abbiamo pertanto valutato di arrivarci in un percorso che si possa avviare subito passando per un primo passo, la nascita di un soggetto aggregato tra Confindustria Venezia Giulia e Unindustria Pordenone. Un soggetto che intende restare da subito e sempre aperto all’aggregazione anche con Confindustria Udine, che ci auspichiamo possa avvenire quanto prima.

Nell’ambito di percorsi aggregativi, Confindustria Venezia Giulia ha già maturato una positiva esperienza, quella della realizzazione di un unico soggetto confindustriale tra Confindustria Gorizia e Confindustria Trieste, nata nel 2015 tra i primi esempi in Italia di anticipazioni della cosiddetta riforma Pesenti di Confindustria. Come in quell’occasione, anche oggi siamo mossi dal voler accrescere sia in ambito regionale sia nazionale, la rappresentanza delle imprese, dal voler rafforzare la capacità di incidere sulle scelte di sviluppo che interessano il territorio; dall’intenzione di offrire maggiore specializzazione ed efficienza dei servizi del sistema confindustriale, valorizzando le sinergie rese possibili dall’integrazione; dalla volontà di avviare economie di scala volte a contribuire a una riduzione dei costi associativi per le imprese.

Conoscendo dunque quante numerose e delicate siano le variabili della nascita di un nuovo soggetto aggregativo, vogliamo procedere al nostro interno come in occasione della nascita di Confindustria Venezia Giulia, ovvero coinvolgendo – prima di parlarne all’esterno – le nostre strutture associative nella definizione degli accordi, di cui quindi, in questo momento, è prematuro fornire dettagli o perimetri che vadano al di là della prima intenzione di avviare questo percorso.

Per quanto riguarda poi le ipotesi di ulteriori e future forme di collaborazione con realtà associative dell’area del Veneto, si tratta sicuramente di ipotesi interessanti, che andranno condivise e valutate, contestualizzandole nell’ambito di un percorso di collaborazione ancora più ampio e ancora in via di definizione.

Siamo convinti che più uniti e più forti saremo in grado di essere sempre più la casa degli imprenditori – grandi, medi e piccoli – e potremo proporre e sostenere ancora meglio la nostra visione di sviluppo e i nostri valori di operosità e imprenditorialità. Pertanto vogliamo affrontare questo percorso aggregativo ascoltando e coinvolgendo “la base” cui sentiamo costantemente di dover rispondere in maniera sempre più efficiente ed efficace”.