Trieste bye bye, Wärtsilä annuncia: “Cessiamo l’attività produttiva a Bagnoli della Rosandra, produzione in Finlandia”. “Spallucce” sui 450 lavoratori a casa

Da questa mattina con una nota che non lascia alcuno spazio di manovra il gruppo Wärtsilä rende noto che intende procedere con la centralizzazione della produzione di motori 4 tempi a Vaasa in Finlandia cessando l’attività produttiva del sito di Bagnoli della Rosandra. Cosa fatta e capo a, sembra leggersi nel comunicato aziendale. In realtà la notizia era sottotraccia da qualche giorno ma era prevalso l’atteggiamento dello struzzo. Testa sotto la sabbia e speranza che nulla avvenga, soprattutto da parte del presidente Massimiliano Fedriga e del suo assessore  alle attività produttive  Sergio Emidio Bini. Purtroppo le cose non vanno come si spera e dinnanzi agli interessi rapaci, per certe  aziende, poco conta il fatto di lasciare a casa 450 lavoratori e nel buio le loro famiglie. In sostanza, si legge nella nota dell’azienda che ricordiamo è leader mondiale nelle tecnologie innovative e nelle soluzioni per il ciclo di vita delle navi e dei mercati energetici, Wärtsilä pianifica un’ottimizzazione della sua struttura produttiva di motori a livello europeo. Che vuol dire produciamo dove più ci conviene,  così  Wärtsilä rende noto che intende procedere con la centralizzazione della produzione di motori 4 tempi a Vaasa in Finlandia . La chiusura dell’attività produttiva del sito triestino, affermano con disarmante distacco,  potrebbe comportare una ricaduta in termini occupazionali di circa 450 addetti. Il confronto tra l’azienda, le Istituzioni e le organizzazioni sindacali, spiegano,  avrà luogo nei termini e con le modalità di legge. ma , aggiungiamo noi, sulla base di una decisione già presa. Poi la spiegazione “la strategia di Gruppo prevede il costante monitoraggio della capacità produttiva al fine di garantire che l’efficienza operativa rimanga sempre competitiva. Nel corso degli anni il Gruppo ha continuamente consolidato la propria presenza produttiva e con la nuova organizzazione europea stiamo compiendo il passo successivo per rafforzare la nostra competitività e creare una struttura in grado di garantire una crescita futura”. Insomma tutto può essere sacrificato nel nome della produttività e del profitto, Poi dopo il boccone amaro lo zuccherino che sa molto di stucchevole  beffa. “L’Italia e Trieste, dicono dalla direzione Wärtsilä  continueranno ad essere importanti in molte aree, poiché miriamo a essere parte della decarbonizzazione delle industrie del settore energetico e marino”.  Insomma ci si candida a prendersi un pezzo dei cospicui fonti che nel settore di transizione ecologica sono all’orizzonte.  Poi dopo la beffa anche la presa per il culo: “Nelle difficili circostanze degli ultimi anni, i nostri dipendenti a Trieste si sono distinti per la loro professionalità. Tuttavia, dobbiamo centralizzare i nostri asset produttivi in Europa per migliorare ulteriormente la nostra competitività. Siamo consapevoli dell’impatto che questa decisione avrà sulle persone e sulle loro famiglie e ci impegniamo fin da subito a collaborare con le organizzazioni sindacali e le Istituzioni per individuare tutte le possibili soluzioni per supportare le nostre persone”. Una domanda ci sorge spontanea, nella sua storia, quanto denaro pubblico è finito nelle casse di quello stabilimento oggi Wärtsilä ma in passato “Grandi Motori Trieste”. La storia sembra drammaticamente  ripetersi. La nota inviata da Wärtsilä questa mattina alle 8,45  CS_Gruppo Wärtsilä_20220714 (1)