Zigaina100/ Anatomia di una immagine. Giovedì 17 ottobre serata speciale al Centro studi Pasolini di Casarsa
Serata speciale dedicata a Giuseppe Zigaina, giovedì 17 ottobre, alle 18, nel Centro studi Pasolini di Casarsa, nell’ambito delle celebrazioni per il centenario del pittore friulano scomparso nel 2015, con un’anteprima assoluta.
Due le proiezioni in programma. Il documentario “ Zigaina. La mia idea del dipingere (regia di Francesco Bortolini)”, presentato ad aprile a Cervignano e l’anteprima assoluta di “ 1953: Primo Maggio a Cervignano” , breve filmato realizzato da Zigaina negli anni in cui il suo impegno civile e politico è stato più intenso, restaurato recentemente da Cinemazero e dalla Cineteca del Friuli.
La doppia proiezione avrà quindi luogo il 23 ottobre nel teatro Arrigoni di San Vito al Tagliamento, il 24 a Udine al Cinema Visionario, il 25 a Pordenone a Cinemazero e il 16 novembre a Gemona, nel Cinema teatro sociale.
L’appuntamento casarsese, inserito nell’ambito della rassegna “Zigaina 100 / Anatomia di una immagine” , sarà introdotto dalla storica dell’arte e curatrice del progetto Francesca Agostinelli e da Piero Colussi di Cinemazero. Sarà presente anche la figlia dell’artista, la giornalista Alessandra Zigaina.”Il Centro studi – sottolinea il presidente Marco Salvador – non poteva certo mancare nel calendario delle iniziative che hanno riportato all’attenzione della regione uno dei protagonisti del mondo artistico che ha stretto un legame unico con Pasolini”
Il documentario “ Zigaina. La mia idea del dipingere” di Francesco Bortolini è un ritratto inedito del pittore che ha per scenario la sua casa di Cervignano , lo studio dove dipinse e scrisse, e il magnifico parco. Il film è rimasto incompiuto dal 2001, quando furono effettuate le riprese, e solo dopo varie vicissitudini ha visto finalmente la luce quest’anno:
grazie alla fattiva collaborazione di Alessandra Zigaina, alla supervisione di Fulvio Toffoli, al montaggio di Fabrizio Meula, al coordinamento di Piero Colussi e al sostegno di Cinemazero, della Cineteca del Friuli e del Comune di Cervignano, il film è stato finalmente completato.
Il prezioso materiale di cui si erano perdute le tracce a causa della prematura scomparsa di Bortolini nel 2016, ricomparve qualche anno fa quando una parente residente a Pordenone, Franca Errani, moglie del fratello di Bortolini, Giancarlo, con segnò all’amico Piero Colussi un duro disk dal contenuto ignoto, ritrovato nella casa di Agordo fra gli oggetti appartenuti al regista. La sorpresa fu enorme nel constatare che si trattava di riprese della laguna di Grado e di Marano, dei campi e dei pioppeti della bassa friulana, luoghi e paesaggi cui Giuseppe Zigaina era profondamente legato. .
Dialogando con Francesco Bortolini, l’artista racconta le tante vicende della sua vita: l’infanzia, la famiglia d’origine, la decisione di restare in Friuli, il suo percorso di artista, i vari periodi della sua pittura, il rapporto con il neorealismo e con gli intellettuali della sua epoca, l’amicizia profonda con Pier Paolo Pasolini, che aveva conosciuto a Udine nell’immediato dopoguerra.
“1953: Primo Maggio a Cervignano” è una pellicola che come scrive lo storico del cinema Carlo Gaberscek, è attribuibile a pieno titolo al Neorealismo cinematografico e nella quale Zigaina affronta l’impegnativa regia cinematografica di un grande evento come quello del I° Maggio cervignanese trasponendo così in pellicola la sua visione d’ artista della pittura: “L’itinerario attraverso le vie del centro cittadino – spiega Gaberscek – la coreografia e l’ordine di marcia dell’imponente corteo, la sfilata dei mezzi agricoli, carri trainati da cavalli colmi di uomini, donne, bambini, atleti, nonché trattori e vari gruppi a piedi, tra cui i pionieri, giocatori della squadra di calcio, gli operai della Saici e quelli dei cantieri di Monfalcone, con bandiere, cartelloni e striscioni, la folla di persone ai bordi delle strade che assistono al passaggio del corteo, il comizio nella piazza, erano tutti elementi già predisposti e fissati dalle edizioni degli anni precedenti, con la collaborazione dello stesso Zigaina. L’artista riesce comunque a costruirsi uno spazio di libertà creativa soprattutto nella prima parte della pellicola, ovvero nelle scene (talvolta riprese in campo lunghissimo) dell’arrivo dei manifestanti che a piedi, in bicicletta o sui carri, ma anche in vespa e lambretta , giungono da vari paesi (Aquileia, Terzo di Aquileia, Fiumicello,…come indicano i cartelli) attraverso le strade alberate o lungo gli argini dei canali per raggiungere Cervignano. Scene cinematografiche il cui senso di coralità, immersione nel paesaggio della Bassa friulana a lui così caro ed epicità erano già presenti nella sua opera pittorica”.