2019 già oggi anno orribile per le morti sul lavoro. Molti sono figli della precarizzazione. Chi discute del programma di governo non lo dimentichi
Ricordiamo sommessamente ai partiti che stanno discutendo del programma del nuovo governo che c’è una emergenza silenziosa nel Paese, quella delle morti su lavoro, che non va ignorata sennò ci si rende correi. Uno stillicidio giornaliero che vede nel 2019 un drammatico aumento dei decessi di lavoratori. Dall’inizio dell’anno sono infatti morti 942 lavoratori (compresi i decessi sulle strade e in itinere) e anche volendo escludere questi, quelli deceduti sui luoghi di lavoro nel primo semestre sono oltre 480. E siamo certi che questa questa sera, questa cifra sarà cresciuta. Insomma il 2019 è già ora un anno orribile per le morti sul lavoro dato che i dati raccontano di un primo semestre da record. Negli ultimi anni mai si era registrato un numero di decessi così alto anche in presenza di un calo complessivo degli infortuni. In realtà i dati vanno letti bene e così si scopre che ogni anno in Italia si verificano 50.000 infortuni solo tra i lavoratori minori di 15 anni. Un fattore che rende ovvio che si debba parlare di un problema anche di cultura del lavoro e dea sicurezza. La crisi economica e taluni provvedimenti del passato che hanno favorito la logica della precarizzazione del mercato in mano ad imprenditori senza scrupoli ha ovviamente avuto ripercussioni pesanti. Non si investe seriamente sulla sicurezza sia attiva, dotazioni, che passiva, si taglia ciò che si ritiene superfluo, si assume personale con minore esperienza per risparmiare, si opta per soluzioni contrattuali che non assicurano tempi sufficienti a una adeguata formazione.
La cronaca racconta quotidianamente le tragedie del lavoro in Italia, con numeri che fanno impressione: centinaia di infortuni denunciati ogni giorno, molti gravi, alcuni (circa tre al giorno) letali. Ma i morti e i feriti sono oggi più o meno che in passato? Andiamo a vedere cosa dicono i dati.
Nel primo semestre del 2019 sono stati denunciati 482 infortuni mortali sul lavoro, il peggior dato dal 2016 (quando iniziano i bollettini trimestrali Inail consultabili). Nel 2016 infatti le denunce erano state 461, saliti poi a 473 nel 2017 e leggermente calati a 469 nel 2018.
Guardando ai dati annuali, il 2018 è stato l’anno peggiore degli ultimi tre. Se, infatti, il 2016 si era chiuso con 1.018 vittime e il 2017 con 1.029, nel 2018 si è arrivati a 1.133 morti sul lavoro (+10%).
Il 2019 rischia, guardando i numeri del primo semestre, di stabilire il nuovo record degli ultimi anni.
Se però allarghiamo l’analisi anche agli anni precedenti, la situazione cambia. All’inizio del decennio in corso i dati sui morti annuali sul lavoro erano peggiori, vicini ai 1.500. Negli anni ‘70 e ‘80 addirittura la media era di tre-quattromila vittime ogni anno. Nel 1963, anno peggiore delle serie storiche dell’Italia repubblicana, le vittime furono addirittura 4.644, cioè quasi 13 al giorno.
Ovviamente questo non può far star sereni e sarà bene che la nuova maggioranza di governo che sta discutendo il programma inserisca questo problema come prioritario all’interno delle politiche del lavoro. Non solo ovviamente per evitare che un qualsiasi lavoratore esca di casa per non più rientravi. Anche il tema infortuni non letali deve essere centrale: Per quanto riguarda gli infortuni denunciati, i dati Inail del primo semestre 2019 mostrano un leggerissimo miglioramento rispetto allo stesso periodo del 2018. Dai 324.408 infortuni dell’anno scorso si è scesi a 323.831 (-0,2%).
Il 2018 era però stato l’anno peggiore di quelli recenti, con 641.261 infortuni denunciati, contro i 635.433 del 2017 e i 636.812 del 2016. Numeri comunque altissimi anche migliori rispetto a quelli dei decenni passati. Fino agli anni Duemila il totale degli infortuni denunciati era sempre stato vicino, o superiore, al milione all’anno. Negli anni ‘60 e ‘70 si era poi arrivati a superare anche quota un milione e mezzo: era successo nel 1963, nel 1964 e ininterrottamente tra il 1968 e il 1973.
Per analizzare questi dati tuttavia, bisogna tenerli legati ai livelli occupazionali soprattutto nel settore manufatturiero che come è noto sono in deciso e costante calo da molti anni.
Tornando ai dati sulle morti “bianche” che molto spesso si dovrebbero inquadrare con il termine “omicidi” perchè in molti casi erano evitabili se solo le aziende avessero attuato giuste prevenzioni.
Questa la suddivisione per regioni e province che dimostra come il fenomeno sia davvero “nazionale”.
LOMBARDIA 60 Milano (12), Bergamo (10), Brescia (10), Como (7), Cremona (5), Lecco (2), Lodi (2), Mantova (5), Monza Brianza (9), Pavia (2), Sondrio (), Varese (2) CAMPANIA 46 Napoli (11), Avellino (13), Benevento (5), Caserta (10), Salerno (7). LAZIO 34 Roma (20), Viterbo (5) Frosinone (6) Latina (1) Rieti (2) SICILIA 33 Palermo (11), Agrigento (6), Caltanissetta (1), Catania (5), Enna (), Messina (2), Ragusa (1), Siracusa (2), Trapani (5) PIEMONTE 31Torino (12), Alessandria (7), Asti (), Biella (), Cuneo (8), Novara (4), Verbano-Cusio-Ossola () Vercelli VENETO 28 Venezia (3), Belluno (1), Padova (3), Rovigo (2), Treviso (2), Verona (12), Vicenza (5) PUGLIA 27 Bari (5), BAT (3), Brindisi (2), Foggia (11), Lecce (4) Taranto (1)TOSCANA 24 Firenze (3), Arezzo (2), Grosseto (6), Livorno (2), Lucca (1), Massa Carrara (1), Pisa (5), Pistoia (2), Siena (1) Prato (1) EMILIA ROMAGNA 25 Bologna (4), Rimini (1). Ferrara (2) Forlì Cesena (2) Modena (2) Parma (6) Ravenna () Reggio Emilia (3) Piacenza (4). TRENTINO ALTO ADIGE 18Trento (8) Bolzano (10). BASILICATA 14 Potenza (4) Matera (10).ABRUZZO 13 L’Aquila (2), Chieti (5), Pescara (4) Teramo (1). UMBRIA 10 Perugia (9) Terni (1) FRIULI VENEZIA GIULIA 10.Trieste (2), Gorizia (2), Pordenone (3), Udine (2).CALABRIA 9 Catanzaro (1), Cosenza (1), Crotone (2) Reggio Calabria (2) Vibo Valentia (3) MARCHE 9 Ancona (1), Macerata (4), Fermo (1), Pesaro-Urbino (3), Ascoli Piceno(). SARDEGNA 8 Cagliari (4), Carbonia-Iglesias (), Medio Campidano (), Nuoro (), Ogliastra (), Olbia-Tempio (1), Oristano (1), Sassari (1). Sulcis iglesiente ()LIGURIA 7 Genova (2), Imperia (3), La Spezia (1), Savona (2) Molise 5Campobasso (4), Isernia (1. () VALLE D’AOSTA 3