25 aprile festa della Liberazione, solennità civile a ricordo dei partigiani, ma non per i militari italiani internati
Quando del 2023 il Sindaco di Cavasso Nuovo (PN) Romanin Silvano e la sua Giunta ordinarono le pietre d’inciampo, vennero ignorati due partigiani osovani deportati, ovvero: Maraldo Franco classe 1918 deportato a Mauthausen ivi deceduto, Comin Antonio classe 1920 deportato a Mauthausen rientrato e poi deceduto. Inoltre non vennero presi in considerazione nove militari italiani ed un civile internati. Nominativi che avrebbero potuto essere ricavati dall’Ufficio anagrafe, come pure consultando la fornita biblioteca comunale e le varie associazioni Reduci della prigionia.
Nelle commemorazione del 25 aprile, festa della Liberazione, durante i numerosi interventi oratori, genericamente vengono citati i militari italiani internati, che dopo l’8 settembre 1943 scelsero di non combattere più a fianco dei nazifascisti ma con gli angloamericani.
Una precisazione appare doverosa: i prigionieri di guerra erano militari di uno stato nemico fatti prigionieri, gli internati militari invece erano militari di uno Stato alleato. Nel 1943 Hitler modificò la condizione dei prigionieri di guerra italiani catturati dopo l’armistizio, in quella di internati militari, definendoli Italienische Militarinterniertem relegandoli in varie località soprattutto in Germania e Polonia.
E’ stata promulgata la legge n.6 del 13.01.2025 che istituisce il 20 settembre quale giornata degli internati italiani militari nei campi di concentramento tedeschi durante la seconda guerra mondiale, ma detta legge non è considerata solennità civile ai sensi dell’art.3 della legge 27.05.1949 n.260.
Per i partigiani imprigionati, fucilati, impiccati, deportati, come pure per i 600.000 militari italiani internati, dei quali circa 11.000 morirono, bisognerebbe mantenere vivo nelle nuove generazioni il ricordo paritetico quali Martiri della Resistenza; lo storico tedesco Herhard Schreiber calcolò che il numero degli internati militari italiani fu di circa 800.000.
L’ANED, L’ANEI e l’ANRP per il 20 settembre di ogni anno, in collaborazione con i Sindaci di quei Comuni dove un numero considerevoli di militari furono internati, dovrebbero proporre iniziative di ricordo e di riflessione, con la collocazione di pietre d’inciampo, oppure programmare cerimoniali per diffondere la conoscenza del valore storico, militare e morale nonché evidenziare le sofferenze inferte a questi militari. Sostanzialmente, il quanto dovrebbe apparire quale impulso complementare rispetto alla ricorrenza del 27 gennaio “Giorno della Memoria” e del 25 aprile, anniversario della Liberazione.
Cavasso Nuovo, ad esempio conta nove militari internati, come pure un civile, ma esistono altri Comuni con un numero maggiore, dove purtroppo è calato l’oblio.
Renzo Della Valentina