28 aprile 2024 giornata mondiale delle vittime dell’amianto

L’Organizzazione mondiale della Sanità stima in 100 mila morti accertate all’anno ed almeno 125 milioni di persone esposte. Nella nostra Regione, da anni c’è un numero costante certificato di 34/36 morti, uno ogni 10 giorni, che avvengano nel silenzio totale, e sono migliaia i lavoratori che ogni giorno sono esposti a materiali e sostanze potenzialmente pericolose per la salute, es. edilizia, cantieristica. E incivile. Quello che conviene alle aziende non è detto che convenga a chi lavora. Alla fine è una questione di soldi, di profitti, quelli sporchi. Il lavoro è diventato puramente economico e il lavoratore marginale, ha perso il valore culturale e politico che aiutava a produrre cittadinanza, garantire emancipazione. Lo spirito del lavoro contenuto nella Costituzione è quello dei doveri, dei diritti e della solidarietà. Poi il 28 aprile, un giorno all’anno, vengono ricordate le VITTIME con testimonianze non dirette, per sentito dire o letto, importanti, ma rimangono solo liturgie di testimonianze di naturale compassione, di un sentimento di pietà che si perdono nel nulla, poi tutto continua come prima. Da anni mancano le scelte
politiche che mettano in discussione il sistema, imponendo la prevenzione, e diano risposte alle esigenze e alle necessità degli esposti di ieri e di oggi. E bene ricordare che le ultime scelte politiche sono state fatte nel 2018 con il Piano regionale amianto; nel 2017 con il Convegno regionale sulle Fibre artificiali vetrose e con la mappatura degli edifici con i droni; nel 2016 con il piano per la sostituzione dei tubi in cemento amianto nell’ex Prov. di Gorizia e dell’inaugurazione del Crua regionale. La storia non è più storia, la verità non è più verità, se i fatti vengono sostituiti dai silenzi o dalle negazioni, che è il manifesto del “non disturbare il manovratore” sistema applicato dai nani politici per fini personali. In questi anni si sono accumulate una serie di esigenze, che richiamo:
1) serve una legge “zero amianto” per l’acqua potabile;
2) serve una legge che definisca cosa diventano, i tubi di cemento amianto per l’acqua potabile, una volta dismessi;
3) venga dispiegato in tutte le sue potenzialità il ruolo regionale del Crua;
4) venga modificata la Direttiva Europea 2018 in materia di sostanze cancerogene, in particolare la silice cristallina;
5) venga resa vincolante, per l’inizio lavori di ristrutturazione degli edifici, il certificato di verifica della possibile esistenza di materiali cancerogeni, come amianto e fibre vetrose;
6) venga istituito il “tesserino individuale”, un registro per la raccolta dei tempi, del tipo di esposizione, del tipo di materiale utilizzato definiti nelle tabelle come pericolosi. Va tenuta in considerazione la veloce evoluzione dei materiali, e che questi lavoratori operano nelle ditte di appalto, a volte difficilmente
rintracciabili.
7) vengano attestate le composizioni dei materiali e le loro possibili pericolosità per la salute dei lavoratori, es. silicio;
8) vengano fatti i controlli sulla reale formazione sulla sicurezza fatta ai lavoratori, sugli indumenti di protezione adeguati, sulle norme di sicurezza, sul loro effettivo rispetto;
9) venga adeguato il personale degli enti preposti ai controlli,
10) venga convocato il Tavolo permanente amianto;
11) venga riportato al centro dell’attenzione, dopo il convegno regionale del 2017, il materiale sostitutivo dell’amianto, le Fibre artificiali vetrose;
12) venga modificato il decreto del dicembre 2023 sul Fondo vittime dell’amianto;
13) vengano messe a disposizione dei lavoratori dell’indotto i 2700 posti spogliatoi per la tutela della loro salute, delle loro famiglie.
PERCHE’ NON VENGONO FATTE??? La prevenzione va costruita, a partire: applicando il PRINCIPIO DI PRECAUZIONE: Consiglio di Stato, sez.V, sentenza n.2495 del 2015. Le conseguenze dei ritardi, della loro mancata approvazione diventano violenze subite, ogni giorno, dai lavoratori esposti di ieri e di oggi. Se è diventato normale, non è giusto, è incivile. Fondamentale, quindi, che la protezione della salute e della sicurezza sui posti di lavoro e a casa diventi la spina dorsale della transizione e del futuro sviluppo. Il 28 aprile sia la giornata di scelte politiche vincolanti sui punti, tutti prioritari. Diventi la giornata della credibilità politica, della responsabilità, del proprio dovere. Non dimentico il vuoto significativo che rimane sulla targa che ricorda le vittime dell’amianto, esposta sulla parete della sede del Comune. Chiedo venga sanato inserendo la parola “Vittime” che indica che qualcuno è il Responsabile, come già riconosciuto e condannato nei processi. Concludo con una proposta: da queste “terre delle morti di amianto” italiane e slovene, venga decisa una iniziativa comune di visione, nell’ambito di Gorizia 25, con l’obbiettivo di far diventare “la prevenzione
strutturale”, finalizzata alla salvaguardia della vita e della salute, del lavoro e dello sviluppo, costruendo “un Centro Europeo transfrontaliero”

Luigino Francovig