31 marzo 2022, la pandemia non finisce per decreto
In questo momento c’è un aumento dei contagi causato più da un rimbalzo della 4 ondata che da una vera nuova 5 ondata, che ha raggiunto il plateau e si è stabilizzata. Le ospedalizzazioni ed i ricoveri in terapia intensiva sono stabili, i decessi non sono diminuiti come atteso, anzi, e si apprezza una leggera diminuzione dell’incidenza. La cosa anomala è che la curva è calata nel cuore dell’inverno ed è risalita in primavera. Certamente le varianti e i livelli vaccinali che ristagnano hanno contribuito a questo fenomeno. Circolano varianti virali ricombinanti, ‘chimere’, un po’ Delta e un po’ Omicron, come Omicron BA.1, BA.2. e la chimera Xe. Sono tutte estremamente infettanti. Xe tende a sfuggire ai tamponi. I vaccini aggiornati non sembrerebbero essere piu efficaci, contro questi virus, rispetto a quelli già disponibili. E’ elevato anche il numero delle reinfezioni tra coloro che avevano già contratto il Coronavirus. La novità sono i “pazienti grigi” ricoverati per altre patologie e che poi risultano, a sorpresa, positivi al Coronavirus. L’aumento dei positivi fa sospettare che siamo di fronte ad una sorta di iceberg, prevalentemente nel centro sud, con un incremento dei casi sommersi alimentato, soprattutto, dai contagi tra gli infra 19 anni. La perdita del tracciamento e una sotto valutazione dei numeri reali causati dai tamponi fai da te a casa che non vengono comunicati, fanno sottostimare i numeri reali. Un ruolo fondamentale nel mantenimento dei contagi è dato dai ‘mai vaccinati’: sono loro a sostenere non solo i ricoveri e i decessi, unito alla percezione errata nell’opinione pubblica che fonde la fine dell’emergenza sanitaria/politica con la fine reale della pandemia. A ciò si aggiunge, che la III dose è ferma al 65,6%, ( Mancano 7 milioni di italiani) mentre la prima è ferma al 84% ( 5 milioni di non vaccinati). Il tasso di copertura nella popolazione 5-11 è ferma al 33%. La vaccinazione pediatrica nel nostro paese è andata male.
Inoltre, come previsto, una percentuale (10% circa) di vaccinati non risponde agli effetti dei vaccini disponibili, il che determina un paradosso che pur avendo il 92% di copertura, rimangono alcuni milioni di persone suscettibili all’infezione anche se hanno ricevuto le dosi.
Vanno mantenute le precauzioni base, mascherina al chiuso, prudenza nei luoghi chiusi affollati. Abbiamo 6 mesi per migliorare l’areazione e ventilazione delle aule scolastiche e verificare modalità e tempi di un richiamo vaccinale annuale globale. Fulvio Zorzut Medico Epidemiologo Specialista in Igiene e Medicina Preventiva