A settembre verrà rimossa una parte dell’amianto dal Cellina. Il sito è inquinato dagli anni Settanta a causa di scarichi industriali. Paga “Pantalone”

A settembre partirà un altro lotto per rimozione di una parte dell’amianto sparpagliato nel greto del Cellina. L’operazione è stata affidata al consorzio di bonifica Cellina Meduna e riguarderà un braccio di alveo compreso tra i Comuni di Maniago e Montereale. Una buona notizia per l’ambiente, meno per le casse pubbliche e per la giustizia, infatti il sito è inquinato dagli anni Settanta a causa di scarichi industriali che sono stati abusivamente scaricati e per i quali nessuno pagherà in maniera diretta. Comunque la procedura di consegna dei lavori alla ditta appaltatrice è in fase di definizione proprio in queste ore: una volta completato l’iter burocratico, le maestranze potranno mettersi subito in azione. Il budget complessivo stanziato dalla Regione supera di poco gli 850 mila euro. E’ molto probabile che i fondi a disposizione consentano la pulizia di due o tre cumuli al massimo del pericoloso composto industriale. Tutto però dipenderà da cosa concretamente si troveranno dinanzi gli esperti una volta tolti i teloni di protezione dei depositi mappati e catalogati nel corso delle scorse settimane. Trattandosi di “materiale contaminato da amianto”, tutto ciò che verrà asportato dal letto del fiume dovrà essere inertizzato e spedito all’estero. Significa che insieme alle fibre di asbesto saranno smaltiti in un unico blocco sassi, terra e altri eventuali rifiuti mescolati nel tempo. In Italia non esistono discariche autorizzate a ricevere questa particolare tipologia di scarti: l’appaltatore dovrà quindi trovare un intermediario internazionale che trasferisca oltreconfine i big bag prelevati nel Maniaghese (solitamente gli impianti di principale destinazione risultano attivi in Germania e nei Paesi nordici, Norvegia compresa). Le spese di trasporto incideranno chiaramente sui quantitativi che potranno essere asportati dalla zona. Prima di dare il via ai lavori, il consorzio guidato dal presidente Valter Colussi ha eseguito una lunga serie di sopralluoghi e accertamenti tecnici. Articolata anche la lista di permessi e autorizzazioni a procedere: il sito in questione risulta infatti tutelato da vari vincoli paesaggistici e naturalistici. Salvo imprevisti legati al maltempo, il cantiere non dovrebbe durare più di 90 giorni e dunque concludersi entro la fine dell’anno. Già in passato la Regione aveva disposto delle bonifiche parziali dei cumuli di asbesto gettati tra i sassi del fiume negli anni Settanta, quando il composto cancerogeno era liberamente utilizzabile dall’industria nazionale. La sistemazione ambientale di questo angolo di territorio è stata sollecitata a gran voce dall’amministrazione comunale di Maniago, preoccupata per gli effetti dannosi delle ondate di piena del Cellina. Il timore era infatti quello di un costante aggravamento della situazione di degrado, con i rifiuti inquinanti spostati sempre più a valle dalla corrente dell’acqua.