Abbiamo una banca: slogan anche per i cinesi residenti in Italia. Scoperte attività finanziarie illecite. Sequestri anche a Udine

I militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Brescia e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza hanno perquisito 31 soggetti (21 persone fisiche e 10 entità giuridiche) tra le province di Udine, Brescia, Bergamo, Milano, Cremona, Pistoia, Verona, Bolzano, Reggio Emilia e Prato. Si tratta di cittadini cinesi che secondo le attività investigative gestivano una banca abusiva.
Così sono ventuno le persone di origini cinesi indagate, l’inchiesta coinvolge diverse città, tra cui Udine dove ci sono state perquisizioni e sequestri. I cinesi sotto indagine svolgevano attività bancaria abusiva per conto dei connazionali di mezza Italia riuscendo ad aggirare il sistema di prevenzione antiriciclaggio. Gli indagati sono accusati a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla prestazione abusiva di servizi di pagamento, autoriciclaggio e riciclaggio, il tutto aggravato dalla transnazionalità del reato.
In particolare tre soggetti sono stati arrestati per riciclaggio in flagranza di reato, quattro invece denunciati rispettivamente per esercizio di giochi d’azzardo, riciclaggio e due per ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato italiano.
Sequestrati oltre un milione e 200mila euro in contanti, sei Rolex, decine di cellulari e cinque apparecchi contasoldi.  Particolarmente utile per il buon esito dell’operazione è stato inoltre il supporto operativo fornito dalle speciali unità cinofile cash-dog del Corpo, grazie alle quali è stato possibile scovare il contante. Secondo le indagini il gruppo cinese riutilizzava il denaro contante raccolto presso la comunità cinese presente sul territorio nazionale per finanziarne le attività. Una volta raccolta la liquidità in veri e propri “sportelli” il denaro sarebbe stato utilizzato anche per monetizzare fatture false. Due le modalità del trasferimento dall’Italia alla Cina di soldi in contante: da una parte attraverso l’utilizzo di applicazioni informatiche crittografate, dall’altra grazie sistema «Fei Chen» che permette il trasferimento di denaro non tracciato su base fiduciaria.