Abitudini alimentari e composizione alimenti, il 15 aprile incontro pubblico all’Ateneo di Udine
Le ultime ricerche sulla composizione degli alimenti per una corretta valutazione delle abitudini alimentari saranno al centro di un convegno all’Università di Udine lunedì 15 aprile, dalle 14, nella sala Gusmani di Palazzo Antonini (via Petracco 8). L’incontro è intitolato “Composizione degli alimenti e nuovi strumenti per la valutazione delle abitudini alimentari”. Apriranno i lavori i saluti del rettore, Roberto Pinton, e del direttore del Dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali, Edi Piasientier. L’evento sarà moderato dalla referente della sezione triveneto della Sinu, Nicoletta Pellegrini, docente di alimentazione e nutrizione umana dell’Ateneo friulano, e la segretaria del consiglio direttivo nazionale della Sinu, Daniela Martini, dell’Università di Milano.
Composizione degli alimenti e nutrizione – La conoscenza della composizione degli alimenti è da sempre alla base dello studio della nutrizione. Dati aggiornati e rappresentativi degli alimenti consumati in una determinata regione geografica sono fondamentali non solo per dietisti e nutrizionisti, ma anche per l’industria alimentare, per scopi educativi, legislativi e di politiche, per la ricerca epidemiologica e per la popolazione generale. Appurata la qualità dei dati di composizione è inoltre importante saperli applicare correttamente. La scelta dello strumento per la rilevazione delle abitudini alimentari è quindi decisiva per ottenere stime affidabili dei consumi a seconda dell’obiettivo dell’analisi.
I promotori – A organizzare il convegno sono la Società italiana di nutrizione umana (Sinu), sezione triveneta, e il Dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali dell’Ateneo friulano. Con essi il gruppo di lavoro “Banca dati di composizione degli alimenti per studi epidemiologici in Italia” (Bda) che include ricercatori affiliati all’Istituto europeo di oncologia e all’Università di Udine.
Il convegno – Esperti e ricercatori del settore forniranno un quadro aggiornato sulla composizione degli alimenti. Introdurrà il tema Maria Parpinel (Università di Udine). Illustrerà la storia e gli obiettivi del progetto “Banca dati di composizione degli alimenti per studi epidemiologici in Italia” (Bda), nato nel 1994 con un finanziamento dell’Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc). A seguire, Patrizia Gnagnarella (Istituto europeo di oncologia), e Giulia Carioni (Università di Udine) parleranno dell’aggiornamento del database italiano Bda e della metodologia adottata per la sua compilazione in linea con gli standard interazionali. Un approfondimento sul contenuto di acidi grassi omega 3 nei prodotti ittici sarà invece proposto da Francesca Tulli (Università di Udine). Nella seconda parte il focus si sposterà sull’utilizzo dei dati di composizione, sui nuovi strumenti a disposizione e sui progetti in essere nell’ambito della ricerca nutrizionale ed epidemiologica. Il primo intervento, di Michela Marinoni, biologa nutrizionista, fornirà un quadro generale sugli strumenti tradizionali e digitali per la rilevazione dei consumi, ognuno con i suoi pro e contro. Rachele Bianco (Università di Udine) presenterà poi lo stato di avanzamento di un progetto per l’analisi di immagini contenenti alimenti utilizzando le metodiche del deep learning. Erica Cardamone (Università di Udine) presenterà invece lo stato dell’arte sugli strumenti attualmente a disposizione per la rilevazione del consumo di alimenti ultraprocessati. Sabina Sieri (Istituto nazionale dei tumori di Milano), presenterà il progetto “YouGoody”. Si tratta di un nuovo studio di coorte web-based che ha lo scopo di indagare le abitudini alimentari e lo stile di vita della popolazione italiana. Infine Federica Fiori e Alberto Bertossi (Università di Udine), illustreranno un progetto collaborativo che abbina alla valutazione nutrizionale degli alimenti composti e delle ricette della tradizione del Friuli Venezia Giulia anche gli aspetti di sostenibilità ambientale ed economica, attraverso la metodologia del true cost.