Acquacoltura in Adriatico, sostenibilità e rafforzamento: presentazione del progetto Interreg a Spalato e a Udine

Progetto AdriAquaNet per il rafforzamento e la sostenibilità dell’acquacoltura nel Mare Adriatico: inaugurazione a Spalato e Udine. Con due cerimonie inaugurali si vuole presentare il progetto AdriAquaNet alle autorità pubbliche italiane e croate e aprire un dialogo duraturo tra ricerca, imprese e governo del territorio su come portare l’acquacultura del Mare Adriatico all’eccellenza tecnologica e di mercato. Speriamo che il progetto passi anche attraverso un accurato controllo della qualità delle acque dato che le notizie che ci arrivano non sono rassicuranti e non vorremmo che i milioni di finanziamenti in ballo, in questo come in altri progetti con fondi europei in ballo, facciano nell’entusiasmo  distrarre da un corretto controllo del mare, delle lagune e della qualità delle acque di fiumi e torrenti.  Comunque accogliamo positivamente, a scanso di equivoci  che il progetto AdriAquaNet, finanziato dal Programma UE Interreg V Italia-Croazia 2014-2020, venga  guidato da un gruppo di ricercatori dell’Università di Udine che mette in rete altri sei enti di ricerca, tra cui l’Università di Trieste, l’Associazione dei piscicoltori della Croazia e quattro aziende operanti in Italia e Croazia. Questa comunità, che conta circa 100 esperti, lavorerà per due anni e mezzo nella prima iniziativa mai realizzata di cooperazione tecnico-scientifica, avente l’obiettivo di trasferire conoscenze avanzate e nuove tecnologie su tutta la filiera dell’acquacoltura, dalla gestione degli impianti di produzione fino al mercato dei prodotti lavorati.

Il progetto sarà presentato alle autorità di governo e alle aziende in occasione di due cerimonie inaugurali, che si terranno a Spalato il prossimo 31 maggio e a Udine il 24 giungo 2019, nell’intento di favorire il coinvolgimento delle comunità di lavoro legate all’acquacoltura e delle autorità preposte alla gestione territoriale su entrambe le sponde del Mare Adriatico.

Il progetto parte dalla ricognizione delle esigenze d’innovazione e sviluppo espresse dalle aziende e dalle conoscenze e tecnologie disponibili negli enti di ricerca. Ogni ente di ricerca avrà il compito di favorire le applicazioni tecnologiche nelle aziende, che sperimenteranno le innovazioni. Dopo la prima fase pilota, seguirà quella della formazione tecnico-scientifica degli addetti del settore, sia in Italia che in Croazia.

I partner italiani sono: UNIVERSITÀ DI UDINE – Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari, Ambientali e Animali (Coordinatore). UNIVERSITÀ DI TRIESTE – Dipartimento di Scienze della Vita. ISTITUTO SPERIMENTALE ZOOPROFILATICO DELLE VENEZIE, Padova. CONSIGLIO NAZIONALE DELLA RICERCA – Dipartimento di Scienze Chimiche e Tecnologia dei Materiali, Padova. AZIENDA AGRICOLA ITTICA CALDOLI srl, Foggia. FRIULTROTA DI PIGHIN srl, San Daniele.

I Partner croati sono: ISTITUTO VETERINARIO CROATO, Zagabria. ISTITUTO DI OCEANOGRAFIA E PESCA, Spalato.

UNIVERSITÀ DI RIJEKA/FIUME – Facoltà di gestione del turismo e dell’ospitalità. KLASTER MARIKULTURA – associazione degli allevatori croati di acquacultura, Spalato. FRIŠKINA d.o.o., Spalato. ORADA ADRIATIC d.o.o., Cherso.

I TRE GRANDI TEMI del progetto sono: The fish farm, The fish doctor e The fish market.

The fish farm. I Partner lavoreranno per trasferire maggior sostenibilità e qualità all’allevamento ittico con soluzioni innovative nell’alimentazione del pesce allevato e nel risparmio energetico negli impianti produttivi.

The fish doctor. Per migliorare la gestione degli aspetti sanitari attraverso la preparazione di nuovi vaccini e la messa a punto di terapie a base di prodotti naturali. Verrà messo predisposto anche un metodo per monitorare il benessere del pesce allevato, applicabile direttamente da parte degli allevatori.

The fish market. Verrà migliorata la qualità sensoriale e igienico-sanitaria del pesce fresco e si studieranno nuovi prodotti trasformati, anche valutando il gradimento dei consumatori.

Queste innovazioni sono essenziali per una sempre maggiore integrazione tra ambiente ed attività di acquacoltura, rendendo gli allevamenti ittici compatibili con il paesaggio e il turismo, per fornire il mercato di pesce sano, controllato e in preparazioni appetitose dall’elevato potere nutrizionale, e per la sostenibilità sociale ed economica della filiera. L’acquacoltura può offrire, infatti, prospettive di lavoro specializzato e redditizio.