Affaire Danieli, bugie e ipotesi di vendetta. Intanto presentata Mozione in Consiglio regionale per la “Difesa della libertà dei cittadini a esprimere la propria opinione…”
“Vendetta, tremenda vendetta. La Danieli ha chiesto alla Regione l’elenco dei firmatari della petizione anti-acciaieria”, avevamo titolato così il 4 gennaio scorso come prima reazione alla notizia che ci pareva lunare. Poi in effetti era arrivata la smentita della Danieli: “noi fare causa ai firmatari, giammai” si diceva in un comunicato stampa. Infine come è noto il colpo di scena, con la certezza che effettivamente l’azienda di Buttrio aveva scritto, nero su bianco, in atto giudiziario la futura intensione di colpire per mano legale i firmatari della petizione che, a loro dire, avrebbe fatto cambiare idea alla giunta regionale sulla bontà del progetto della mega-acciaieria in quel di San Giorgio di Nogaro. Ma si sa, la smania di vendetta rende spesso imprudenti e poco lucidi e ci si era forse dimenticati di aver dato mandato ai propri legali di agire. Insomma, ormai è certo che la Danieli abbia smentito se stessa e la bugia è venuta fuori in tutta plasticità bollinata in carta bollata. Ma in realtà in questa vicenda di bugie ne sono circolate molte, basti pensare che il 20 settembre dello scorso anno in Consiglio regionale Fvg nel corso della audizione degli esperti sulla vicenda con i Comitati che manifestavano all’eterno di palazzo Oberdan, era venuta fuori una lettera (vedi in calce) del paron della Danieli Giampietro Benedetti, inviata ai presidenti della II e VI commissione permanente dove si legge testualmente: “All’inizio di settembre abbiamo appreso a mezzo stampa della volontà della Giunta Regionale di privilegiare investimenti diversi nell’area industriale dell’Aussa Corno”. E fin qui nulla di strano se non fosse che l’assessore Bini aveva invece affermato in aula di aver telefonato “di persona personalmente” a Benedetti per comunicargli la decisione. Insomma qualcuno mentiva e alla luce di quanto emerso in questi giorni dobbiamo spezzare una lancia, ma solo su questo particolare sia beninteso, in favore dell’assessore. Ma bugie a parte quello che oggi andrebbe capito di più è contro chi è particolarmente polarizzata la rappresaglia paventata dalla multinazionale con sede in quel di Buttrio. Se infatti è stato chiarito che l’obiettivo dichiarato nero su bianco sarebbe quello di “proporre contro i sottoscrittori della petizione querela per diffamazione, ovvero azione per il risarcimento del danno” diversa e più complessa potrebbe essere la realtà. Allora facciamo delle ipotesi, la prima è relativa a quella del possibile dossieraggio, la creazioni di un “libro nero” dal quale individuare dipendenti firmatari della petizione. In questo caso facile prevedere anche senza adire vie legali una ritorsione che all’estremo e conoscendo i metodi nei rapporti con il personale del gruppo Danieli e del suo gran mogol potrebbe far configurare un tentativo sanzionatorio sulla base del concetto di infedeltà aziendale. In questa caso le tesi, molto stiracchiata potrebbe riguardare sia un danno reputazionale che un danno diretto per aver contribuito (con la propria firma) a far saltare l’affare alla azienda. Difficile che queste tesi possano essere accolte da un tribunale, ma esattamente come le tantissime cause per diffamazione che circolano in Italia ad opera di tanti disinvolti personaggi, la volontà potrebbe essere solo intimidatoria. Fra l’altro, come è noto, una volta individuato un soggetto “sgradito” le aziende hanno molte possibilità per rendere la vita impossibile ad un dipendente. Ci sono poi eventuali fornitori che potrebbero aver firmato la “famigerata” petizione, in questo caso colpirli è ancora più semplice, basta rescindere i rapporti ed il gioco punitivo è fatto. Fantasie, speriamo sia così. Ma forse il vero obiettivo della “tremenda vendetta” potrebbe essere proprio l’Assessore Bini che nell’intera vicenda, e su questo la Danieli, ha alcune ragioni, ha delle enormi responsabilità pr aver millantatao assieme a Fedriga un potere interdittorio sui territori che invece una volta tanto è stato smentito. Intanto novità di ogge è che in Consiglio regionale, rientrato in attività dopo la pausa natalizia, è stato battuto un colpo. E’ stata infatti presentata una mozione prima firma Furio Honsell ma sottoscritta da tutte le forze politiche dell’opposizione dal titolo “Difesa della libertà dei cittadini a esprimere la propria opinione in merito a scelte politiche attraverso lo strumento democratico della Petizione”. Scrive infatti in una nota stampa Furio Honsell:
“Oggi ho depositato una mozione in Consiglio regionale sottoscritta da tutti i gruppi dell’opposizione (PD, Patto per l’Autonomia-Civica FVG, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, Open Sinistra FVG) dal titolo <<Difesa della libertà dei cittadini a esprimere la propria opinione in merito a scelte politiche attraverso lo strumento democratico della Petizione>> La vicenda relativa al ricorso della Danieli Officine Meccaniche S.p.a. contro la Regione FVG e il Sig. Marino Visintini, volta all’annullamento della nota con la quale è stata rigettata la richiesta da parte della Danieli “di accesso ai documenti accompagnatori la ‘Petizione contro l’acciaieria’ presentata il 25.07.2023 da 21.974 cittadini della Regione ed in particolare alle sottoscrizioni di essa, con relative autocertificazioni” è molto grave. La richiesta infatti è stata fatta per “[…] assumere le iniziative giudiziarie volte a difendere la propria immagine commerciale […] proponendo contro i sottoscrittori della petizione, alternativamente, querela per diffamazione, ovvero azione civile per il risarcimento del danno da lesione della propria immagine […]”.
Si ritiene infatti che lo strumento democratico della Petizione previsto dal Regolamento del Consiglio regionale sia fondamentale e irrinunciabile per l’espressione della propria opinione politica da parte dei cittadini in merito a questione specifiche e circostanziate e per il dialogo politico con le istituzioni politiche regionali. È indispensabile difendere la piena libertà di espressione delle opinioni in merito a possibili decisioni politiche della Giunta regionale e del Consiglio regionale. La petizione in questione non fa però mai riferimento a nessuna azienda e tantomeno alla sua onorabilità, ma manifesta la ferma e generale opposizione dei cittadini: “- a qualsiasi futura escavazione del canale navigabile oltre la quota esistente e all’ulteriore “manomissione/compromissione” della Laguna di Grado e Marano; – alla trasformazione dell’area indicata come “Punta Sud” nella zona industriale di San Giorgio di Nogaro e delle zone limitrofe, già destinate ad area verde; – alla costruzione di una nuova acciaieria, di altri impianti industriali e/o infrastrutturali impattanti che creerebbero un irreversibile danno ambientale”. La formulazione dell’atto notificato al Sig. Visintini è pertanto fortemente intimidatoria nei confronti dei sottoscrittori di tale Petizione al punto da minacciare la libertà di opinione su future decisioni politiche da parte dei cittadini, e quindi da compromettere l’efficacia dello strumento della Petizione non solamente nella nostra regione ma in tutta Italia. La mozione oltre alla solidarietà al Sig, Marino Visintini e l’apprezzamento per la posizione presa dall’Amministrazione Regionale esprime la ferma condanna di ogni azione che vada a comprimere la libertà d’espressione politica dei cittadini, anche attraverso l’istituto della petizione, che è garantita dalla Costituzione.”