Aggredita nel suo studio da un presunto no vax una dottoressa. L’episodio ieri a Trieste
Si moltiplicano gli episodi di intolleranza da parte di sedicenti no vax. Questa volta non si tratta di minacce anonime o di scritte sui muri, ma di una vera e propria aggressione. A farne le spese una dottoressa triestina, medico di base, che mentre si trovava nel proprio studio ha visto l’irrompere di un paziente senza mascherina che con minacce e spintoni pretendeva di essere ricevuto comunque. La dottoressa e la sua segretaria lo hanno invitato ad allontanarsi chiudendo la porta e per tutta risposta l’uomo ha preso a calci l’uscio dello studio spaccando la serratura. Un episodio gravissimo di cui non sono noti altri particolari. Sulla vicenda è intervenuto il Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani Snami che nel denunciare ha parlato di “ennesimo e inaccettabile atto di violenza nei confronti di un medico e del proprio collaboratore di studio”. “Si rammenta – prosegue la nota sindacale – che è in vigore la Legge 113/2020, recante “Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni” in cui vi è un ulteriore inasprimento sanzionatorio per coloro che minano la sicurezza degli Operatori Sanitari. Nello specifico è prevista la reclusione da quattro a dieci anni per le lesioni gravi cagionate agli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie e la reclusione da otto a sedici anni per le lesioni gravissime; vi è inoltre una circostanza aggravante per i delitti commessi – a danno dei medesimi soggetti – con violenza o minaccia, in presenza della quale i reati di lesioni e percosse sono sempre procedibili d’ufficio. A questo si aggiunge l’Art. 5 in cui “l’avere agito, nei delitti commessi con violenza o minaccia, in danno degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nonché di chiunque svolga attività ausiliarie di cura funzionali allo svolgimento di dette professioni, a causa o nell’esercizio di tali professioni o attività è soggetto (Art.9) alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 500 a euro 5.000.” Ora si attende l’intervento della giustizia e dato che il soggetto, almeno così pare, è un assistito del medico, non dovrebbe essere difficile identificarlo anche in assenza di querela di parte. Dovrebbe infatti bastare la nota sindacale alla quale se ne è aggiunta anche una dell’azienda sanitaria ASUGI.