Altro che zona gialla prossima ventura. Per la Ue il Fvg diventa rosso scuro. Intanto perfino la Rai si accorge che il Covid in Fvg è fuori controllo

Mentre il presidente della Giunta regionale Massimiliano Fedriga in questi giorni rassicurava sulla prossima uscita del Fvg dalla zona arancione facendo sognare la zona gialla, ecco che arriva una doccia fredda targata Ue  che inserisce o meglio minaccia di farlo, il Fvg in zona “rosso scuro” assieme a Veneto, Emilia Romagna e provincia di Bolzano. Da quanto si è saputo da Bruxelles nelle aree con focolai molto virulenti si potrà uscire solo per necessità e solo se si è in possesso (in partenza) di un test negativo. Altro che zona gialla, i dati direbbero altro, almeno quelli valutati con metodi europei.  Al momento la mappa europea che contiene questi territori italiani è informale, ovvero è una proiezione redatta con i dati disponibili e comprende le zone con più di 500 contagi su 100 mila abitanti negli ultimi 14 giorni. La nuova mappa ufficiale sarà pubblicata nei prossimi giorni dopo ulteriori verifiche dall’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione delle malattie. La presidente della commissione Ue Ursula Von der Leyen aveva illustrato nei giorni scorsi  questa nuova concatenazione di elementi, proponendo per l’appunto in tutto il territorio dell’unione la possibilità di restrizioni ancora più rigorose agli spostamenti da e verso zone dove sono esplosi focolai particolarmente virulenti o generati dalle cosiddette «varianti». Ma nessuno fino ad oggi immaginava che la simulazione effettuata sempre dalla Ue individuasse tre regioni d’Italia (Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia) in zone in odore di diventare «zone rosso scuro».
Questa, per evitare levate di scuse “nazionaliste” non dovrebbe coincidere con uno Stato ma potrebbe essere identificata con aree più circoscritte quelle investita da un’ondata di contagi quasi fuori controllo. Queste zone potrebbero essere dichiarate «off limits» per tutti e chiunque volesse uscirne dovrebbe dimostrare – oltre alla necessità inderogabile dello spostamento – di essere immune presentando un test negativo al momento della partenza e osservando un periodo di quarantena al punto di destinazione. Per chiarire se un manager della Danieli di Buttrio o della Fincantieri di Marghera volesse recarsi in Germania o Francia oltre al tampone dovrebbe stare 14 giorni in isolamento in albergo al suo arrivo prima di poter incontrare qualcuno. A spingere verso questa soluzione sono in particolare Germania e Francia; sia Merkel che Macron auspicano però una linea di comportamento comune tra tutte le capitali dell’Unione. Linea comune che al momento non pare esserci sul cosiddetto «passaporto vaccinale» che ovviamente riguarda non solo le tre regioni italiane ma anche altre aree all’interno dei confini degli stati europei. Ma come si è arrivati a tale situazione? La domanda è legittima se si pensa che Fedriga e il suo braccio sanitario Riccardi continuano a raccontare che tutto è sotto controllo e che se qualcosa non va è colpa di Roma. La realtà invece appare drammaticamente diversa ed è quella che anche noi abbiamo raccontato in più occasione e che ora vede perfino la Rai, se pur in un servizio “notturno” su Tv7 raccontare. Un servizio di 13 minuti nel quale si vedono e sentono cose che non avremmo mai voluto sentire, dalle più o meno velate minaccia dalla direttrice di una casa di riposo di Cividale “rea” di aver denunciato il fatto di non aver avuto giusta assistenza dalla Regione sulle questione tamponi per il personale provocando così 200 ammalati su 230 0spiti e 60 decessi o ancora l’intervista ad un medico della azienda Medio Friuli intervistato incappucciato, di schiena e con la voce travisata elettronicamente per evitare ritorsioni. Cose che abbiamo visto solo nel corso delle indagini per mafia, Camorra o N’drangheta. Questo il servizio di Rai Uno visibile anche ai non nottambuli su Facebook

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