Ambiente: Scoccimarro, verifiche su alga tossica a Duino Aurisina. L’Arpa monitora la presenza della Ostreopsis lungo le nostre coste

Non siamo all’allarme ma la situazione non va sottovalutata perchè  l’alga tossica Ostreopsis ovata individuata  a Duino Aurisina è una brutta cosa anche perchè allo stato non è chiaro se il fenomeno è limitato alla zona di Duino.  A comunicarlo è stato l’assessore regionale alla Difesa dell’Ambiente Fabio Scoccimarro che spiega:   “In seguito al ritrovamento dell’alga tossica ‘Ostreopsis ovata’ sopra il livello di soglia in località Canovella degli Zoppoli, a Duino Aurisina (Trieste), sono immediatamente scattate le procedure che prevedono l’intervento dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa) e le comunicazioni al sistema sanitario regionale. Stiamo procedendo negli accertamenti del primo campionamento con il Comune di Duino Aurisina. L’Arpa, dopo avere comunicato alla Direzione regionale Salute e al Comune i risultati del primo campionamento, prevede già un secondo campionamento nei prossimi giorni al fine di procedere eventualmente alle misure previste a tutela della salute e dell’ambiente”.  L’alga Ostreopsis ovata produce tossine che possono indurre diversi disturbi nell’uomo (attraverso l’inalazione di aerosol contenente frammenti di cellule microalgati e/o tossine può provocare disturbi respiratori con riniti, faringiti, laringiti e congiuntiviti talvolta accompagnate da febbre, nausea o vomito) e sull’ambiente attraverso fioriture dell’alga che creano alterazioni ambientali con conseguenti danni anche gravi all’ecosistema, come morie di diversi organismi marini.  “Una situazione analoga – ha ricordato l’assessore Scoccimarro – si era già presentata nell’estate del 2020. Il monitoraggio da parte dell’Arpa sarà continuo, giovedì prossimo saranno ripetuti gli accertamenti attraverso un nuovo campionamento. Se la prevista soglia di allarme sarà superata – precisa l’esponente della Giunta regionale – il Comune dovrà procedere con l’ordinanza di interdizione dell’area nella quale è presente l’alga”.

L’alga tossica Ostreopsis ovata

Si tratta di una specie tipica dei climi caldi e tropicali, ma negli ultimi anni è presente anche sulle coste italiane dato l’aumento delle temperature del mare.  I fattori che ne favoriscono la riproduzione/proliferazione rapida, detta fioritura algale, sono comuni a tutti i vegetali: la presenza in acque di azoto e fosforo che vengono apportati al mare dai fiumi, in più nei tratti in cui vi è ristagno di acqua, o per mancanza di correnti, o per la costruzioni di pennelli a difesa della costa, l’aumento di temperatura già da 22-23 °C.

Quando si verifica la fioritura dell’alga, le acque in superficie possono presentare colorazioni anomale e talvolta chiazze schiumose biancastre e marroni od opalescenza o materiale di consistenza gelatinosa in sospensione.

L’alga però non è visibile ad occhio nudo (dimensioni: 27–35 µm, 47-55 µm), è microscopica, ma sul fondo, visto che è bentonica, si colloca sul substrato sabbioso o roccioso e provoca la morte di tutti gli organismi che vi vivono, perché nella crescita esaurisce l’ossigeno a disposizione, lasciando una situazione desolata, come se tutte le macro-alghe visibili fossero “glassate” da una pellicola bruna a partire da circa 1,5 m di profondità.

Per gli animali quali ricci di mare e stelle di mare si assiste alla repentina perdita rispettivamente, di aculei e braccia; mentre per le patelle e i denti di cane che stanno attaccati alle rocce, si assiste al distacco dagli scogli e morte; cosa simile accade ai mitili, le comuni cozze.[9]

Quindi ci si rende conto della presenza di O. ovata non direttamente, ma da ripetute ispezioni della costa nei mesi in cui ci si aspetta della sua presenza; generalmente luglio agosto è il momento critico.

Nelle condizioni sopra descritte in mare l’alga è in stato di massima crescita e basta una mareggiata con vento che spiri sulla costa per far risentire il suo effetto sgradito, fino ad instaurare una sindrome da intossicazione, sui bagnanti.[10]

Tossicità
La fioritura dell’alga può causare un’intossicazione i cui sintomi indirizzano verso un meccanismo irritativo aspecifico sulle mucose respiratorie e congiuntivali, con conseguente irritazione congiuntivale, rinorrea (raffreddore), difficoltà respiratorie (tosse, respiro sibilante, broncospasmo con moderata dispnea) e febbre.

La modalità di esposizione per il manifestarsi dei sintomi non è l’ingestione, ma l’inalazione di aerosol marino e cioè di microparticelle acquose in sospensione contenenti l’alga. Questo giustifica i sintomi anche in soggetti che non praticano attività acquatiche e rende il divieto di balneazione inappropriato per limitare l’esposizione.

La sindrome clinica è da considerare completamente benigna e non paragonabile ad altre sindromi tossiche causate da alghe. La tossicità dell’Ostreopsis ovata sembra dovuta alla produzione di una tossina non meglio identificata (solubile in butanolo) con caratteristiche in qualche modo simili alla palitossina, tossina marina ben conosciuta e molto potente.