Anche per la vicenda della nave SeaWatch vi fu “sequestro di persona” la Procura di Roma ne è certa. Fascicolo a Siracusa per competenza

Nella vicenda della nave SeaWatch, che ha dovuto attendere 12 giorni davanti al porto di Siracusa prima di avere l’ok allo sbarco a Catania il 31 gennaio scorso, ci sono elementi per contestare il reato di sequestro di persona. Il pm Sergio Colaiocco  della Procura di Roma aveva aperto un procedimento il primo febbraio scorso a seguito di un esposto in cui si chiedeva di indagare per omissione in atti d’ufficio. La procura della capitale, che aveva affidato alla Guardia Costiera i primi accertamenti, ha ritenuto che nei confronti dei profughi della Sea Watch ci sia stata effettivamente una limitazione della libertà personale al pari di quella subita dai migranti che erano a bordo della nave Diciotti. Da qui la contestazione del sequestro di persona multiplo e la trasmissione del fascicolo alla procura di Siracusa (città dove si sarebbe consumato il reato più grave) che dovrà valutare se ci siano o no eventuali profili di competenza del tribunale dei ministri di Catania. La vicenda segue la falsariga di quella della nave Diciotti: in quella circostanza al ministro Salvini e a due prefetti fu contestato il sequestro di persona da parte dei magistrati. Ma il Senato ha poi «salvato»il vicepremier leghista negando l’autorizzazione a procedere. I fatti sono avvenuti sabato 19 gennaio quando la nave Sea Watch 3 battente bandiera olandese soccorre e recupera al largo delle coste libiche 47 migranti tra cui 13 minori . Malta e Italia non danno l’autorizzazione allo sbarco alla nave. Il muscolare ministro dell’Interno Salvini ribadisce: porti italiani chiusi. Infuriano le polemiche, si moltiplicano gli appelli affinché si facciano sbarcare i migranti. Intanto la nave è in balia della tempesta con seri rischi di incolumità: onde alte 7 metri, pioggia e vento gelido, scrive su Twitter la Ong che chiede praticamente soccorso. Sabato 26 gennaio la Sea Watch decide di trovare riparo spingersi verso le coste siciliane, a  un miglio da Siracusa . La nave resta bloccata lì’ perché il governo italiano nega l’approdo. Alla fine i 47 migranti (di cui 15 minori non accompagnati)  fu autorizzata ad attraccare a Catania, dopo essere stata  per dodici giorni in balia del mare,  di cui sei in rada a Siracusa. Ora il colpo di scena, per la Procura di Roma è ravvisabile il reato di sequestro di persona. L’inchiesta è aperta contro ignoti ed è stata trasmessa ai colleghi di Siracusa, non a Catania dove opera come è noto una Procura poco incline a mettere in discussione certe politiche. Ma in realtà la scelta era obbligata per competenza territoriale legata al reato che si è perpetrato al largo del porto siracusano sarà quella Procura ora a dover  identificare i responsabili del sequestro. Noi una cera idea l’abbiamo……