Aperta oggi ufficialmente a Casarsa la Summer School dedicata a Pier Paolo Pasolini

inaugurazione con Colussi, (in piedi) Gibelli, Clarotto e la curatrice Lisa Gasparotto

Ha preso il via ufficialmente oggi pomeriggio, mercoledì 11 settembre, a Casarsa la seconda edizione della “Summer School” organizzata dal Centro Studi Pasolini per offrire a ricercatori e studenti universitari italiani e stranieri l’occasione di un percorso di approfondimento, al più alto livello accademico, sull’opera dello scrittore, poeta e cineasta che continua ad essere al centro dell’attenzione di studiosi, critici ed artisti in tutto il mondo.
L’iniziativa, che è realizzata con il sostegno del Comune di Casarsa, della Regione Friuli Venezia Giulia e della Fondazione Friuli, è curata da Lisa Gasparotto (Università di Milano-Bicocca) e Paolo Desogus (Sorbonne Université Parigi), in collaborazione con l’Équipe littérature et culture italiennes dell’Università Sorbonne di Parigi, con l’Università degli Studi di Trieste e con la Società per lo studio della modernità letteraria (MOD),
A inaugurare la Scuola, insieme al presidente del Centro studi Piero Colussi, l’assessora regionale alla cultura Tiziana Gibelli, colpita “dalla passione e dall’interesse per Pasolini” da parte di giovani che non ne hanno potuto vivere la contemporaneità” e la sindaca di Casarsa Liviana Clarotto, che ha sottolineato l’impegno del Comune affinché “si continui a parlare di lui, che tanto ha dato alla nostra comunità” e parallelamente si sostengano gli studi scientifici sulla sua opera.
A fronte di 42 domande pervenute, i 25 posti disponibili sono stati assegnati a giovani studiosi provenienti da 4 Università straniere e 21 Atenei italiani: tra loro ci sono due studenti impegnati in un percorso accademico speciale che coinvolge due Istituti (Università di Chieti Pescara/Sorbonne Université di Parigi ed Università di Palermo/Heinrich-Heine-Univerisität di Düsseldorf in Germania), una studentessa in dottorato della Columbia University di New York, una studentessa che ha appena concluso il percorso di dottorato all’Università di Madrid, e vari studenti e ricercatori provenienti dalle Università italiane di Bologna, Trieste, Torino, Milano, Napoli “L’Orientale”, Roma “La Sapienza”, Pisa, Siena, Bergamo, dallo IULM di Milano, dalla Scuola Galileiana di Studi Superiori di Padova e dalla Scuola Normale Superiore di Pisa. Straordinario l’interesse riscontrato per la proposta e l’argomento che sarà al centro dei lavori del campus, ovvero la Poesia di Pasolini, indagata nei suoi temi, forme e lingua: una scelta che – come spiegano Gasparotto e Desogus, curatori del progetto – privilegiando “la focalizzazione su un genere, consente di trattare nel dettaglio alcuni testi, senza trascurare tuttavia il metodo di lavoro pasoliniano e la commistione che caratterizza l’intera sua opera”.
I giovani del resto “percepiscono Pasolini come estremamente attuale. Ne riconoscono la grandezza ma anche i limiti – conferma Lisa Gasparotto – trovano il suo pensiero utile per allenare il proprio pensiero e la capacità critica. È questa la sua forza”.
L’opportunità offerta dalla Scuola è unica: quella di poter avere un dialogo con grandi esperti della materia in un contesto rilassato, in luoghi raccolti e significativi, a stretto contatto con tutto il mondo pasoliniano, che si respira negli spazi e tra gli orizzonti che furono per lui così intimi e familiari.
Già nella prima giornata della Scuola, si entrerà nel vivo delle lezioni, affidate ad un panel di studiosi tra i più riconosciuti esperti dell’opera pasoliniana: primi due appuntamenti sono quelli con Marco Antonio Bazzocchi, docente dell’Università di Bologna, per la lezione introduttiva “Dentro e fuori i confini della poesia: voce e soggetto in Pasolini”, e con Caterina Verbaro dell’Università Lumsa Roma con il suo intervento dal titolo “Il mondo davanti agli occhi. Soggettività e rispecchiamento nelle Ceneri di Gramsci”.
Giovedì 12 settembre il calendario prevede la lezione “Attraversando i generi.
Su alcuni usi ‘impropri’ del verso nell’opera di Pier Paolo Pasolini” a cura di Silvia De Laude dell’Università di Ginevra e quindi la sera alle 21, come evento speciale aperto anche al pubblico, sempre presso il Centro Studi, la presentazione della ristampa in tiratura limitata (500 copie in formato tipografico, 1000 copie in formato facsimile) della prima raccolta poetica di Pasolini “Poesie a Casarsa”- Questo leggendario ed ormai introvabile volume viene riedito su iniziativa del Centro Studi di Casarsa da Ronzani Editore, accompagnato dal saggio “Il primo libro di Pasolini” a cura di Franco Zabagli, che ne dialogherà con i due direttori del campus, Gasparotto e Desogus.
Venerdì 13 settembre Davide Luglio della Sorbonne Université di Parigi tratterà l’argomento “Poetare senza credere? Elementi per un’analisi di Trasumanar e organizzar”, Maria Rizzarelli dell’Università di Catania approfondirà il tema “Quasi fossi solo occhio. La poesia del cinema nella Religione del mio tempo”, per finire con la lezione dal titolo “La forma del passato: Poesia in forma di rosa di Pasolini” presentata da Gian Luca Picconi dell’Università di Genova.
Sempre venerdì 13 settembre, alle 18, il Centro Studi aprirà nuovamente le porte al pubblico per l’incontro nel quale i due curatori Gasparotto e Desogus accoglieranno Gualtiero De Santis e Rienzo Pellegrini
 per la presentazione dell’ultimo numero della rivista “Il parlar franco” dedicato a “Il fèlibrige friulano di Pier Paolo Pasolini”: una raccolta di saggi sul Pasolini degli anni di Casarsa, la sua lingua poetica, l’esperienza dell’Academiuta e dei suoi poeti (la rivista è dedicata ad Angela Felice, autrice di alcuni interventi, e a Tonuti Spagnol, membro dell’Academiuta, entrambi scomparsi negli ultimi tempi).
Infine sabato 14 settembre, la Scuola proporrà ai suoi “allievi” tre specifici Seminari sul lessico pasoliniano a cura di Paolo Desogus, Lisa Gasparotto e Gian Luca Picconi. Il primo sarà dedicato a “Casarsa”, il paese natale della madre, il centro della topografia sentimentale friulana di Pasolini in cui si collocano alcuni nodi nevralgici della sua biografia umana e letteraria. Il secondo alla nozione di “Regresso” o regressione, come occasione per definire alcune delle principali preoccupazioni poetiche, poste dall’autore tra la fine degli anni Quaranta e i primi anni Cinquanta. Il terzo ed ultimo proporrà l’analisi di una sorta di lapsus pasoliniano, l’espressione “integrazione figurale” con una ricerca sui testi in cui questa espressione ricorre e la sua analisi e discussione soprattutto alla luce delle letture pasoliniane di Auerbach e dell’influsso del pensiero del grande filologo tedesco sull’opera letteraria del poeta.