Assegnazione Bandiere Verdi e Nere di Legambiente

bandiera_CA_2020

Anche quest’anno 4 bandiere verdi e 3 nere sono state attribuite da Carovana delle ALPI al FVG. Le bandiere hanno coperto l’intera montagna regionale: dal Carso, che , contrariamente a quanto si pensa, fa parte del sistema alpino, che si estende dal Colle di Cadibona in Liguria al Valico di Vrata in Croazia, alle Prealpi e Alpi Giulie per proseguire alle Carniche e relative Prealpi. Le bandiere verdi hanno riguardato due associazioni che consideriamo “avanguardie culturali” ( Casa Alexander Langer e l’Associazione Oplon ) la cui genesi ha contribuito il progetto della Fondazione Pittini “ Percorsi Spericolati ”, la gestione del patrimonio collettivo da parte del dominio civico nella frazione di Clavais in Carnia e la sperimentazione, ad oggi riuscita, di re-introduzione della lince nella foresta di Tarvisio ( Associazione progetto lince Italia). Le bandiere nere sono generate dall’assenza di valutazioni strategiche in tema di mobilità sostenibile (Comune di Trieste, progetto di ovovia), gestione sostenibile della risorsa acqua (Consorzio di bonifica Pianura Friulana, progetto della condotta SADE) e da carenza della pianificazione forestale che amplia spazi di intervento ai privati con un aumento del rischio di fenomeni speculativi, impatto ambientale nei territori coinvolti e con modesti contributi alla valorizzazione della filiera legno. Esperienze che hanno radici nel tempo, quanto mai attuali, quali le proprietà collettive; esperienze di giovani che sfidano gli tsunami demografici e della crisi climatica; la reintroduzioni di antiche ed essenziali presenze nella biodiversità della alpi giulie – commenta Sandro Cargnelutti, presidente di Legambiente FVG – rappresentano una bella cartolina, destinazione futuro, per le aree interne e montane della Regione. Commento di Marco Lepre “Uno degli aspetti che emergono dalla nostra campagna – sottolinea invece Marco Lepre – è la constatazione di come molto spesso non ci sono risorse da destinare ad opere od iniziative importanti ed attese dalle comunità, mentre i finanziamenti non mancano per quelle inutili o addirittura dannose. Tutto questo è dovuto ad una assenza di pianificazione da parte delle istituzioni pubbliche, operazioni che comporta, quando viene ottenuta correttamente, anche una verifica dei risultati rispetto agli obiettivi dichiarati. In questo senso il lavoro di analisi e denuncia il contenuto nelle nostre schede, che ormai compiliamo da oltre vent’anni, rappresenta un’utile cartina al tornasole delle politiche rivolte verso la montagna ed il suo ambiente”.