Autonomia differenziata: la maggioranza in Fvg comunichi quali sono i reali punti di forza. L’autonomia in sanità ha già dimostrato tutti i suoi danni
“Non siamo mai stati lontani dall’affrontare sia i temi che interessano oltre che il Paese anche la nostra Regione nella sua speciale autonomia, sia tutto ciò che viene quotidianamente confermato dai banchetti che hanno trovato la loro giusta allocazione in tantissime piazze d’Italia. Vogliamo spiegare, confrontandoci con tutti i cittadini di ogni colore politico, sulla portata mortificatrice che avrà la riforma Calderoli, più comunemente conosciuta come Autonomia Differenziata.” Così in una nota la Consigliera Serena Pellegrino, di Alleanza Verdi e Sinistra, in risposta all’attacco del Consigliere Di Bert, capogruppo di FP, che è immediatamente sceso in campo a difesa del Presidente Fedriga, il quale aveva dato dei bugiardi ai promotori del referendum sull’Autonomia Differenziata. “Non solo questa maggioranza produce argomenti aleatori e demagogici per spiegare quanto accadrà una volta entrata a regime la riforma su cui, come Alleanza Verdi e Sinistra, con le forze politiche e sindacali del Paese, ci stiamo opponendo, ma portano, come grande esempio di effetti positivi dell’autonomia, quanto sta già accadendo in ambito socio-sanitario. I danni – incalza la Vice Presidente del Gruppo Misto in Consiglio Regionale – dell’autonomia sanitaria sono visibili a tutti e ben presto saranno visibili anche quelli che la riforma comporterà in altre 23 materie come quella del lavoro, della scuola, dei trasporti, dell’ambiente, dell’energia, della ricerca, del commercio con l’estero e tante altre che verrebbero gestite dalle singole Regioni e non più dallo Stato. La forza di un intero Stato sta nell’essere coeso, perseguendo il principio costituzionale di sussidiarietà, nella ‘buona e cattiva sorte’, dal momento che le tasse – prosegue l’esponente di Opposizione – verranno pagate come sempre da tutti. Ma con questa riforma che non è solo antisociale ma anche illiberale, non tutti avranno accesso agli stessi servizi e diritti. L’Italia e la Regione non meritano di essere governati da chi, alla condivisione, preferisce interessi meno universalistici e più di parte. Un’ultima chiosa: è evidente che questa è una riforma costruita ad arte per quelle regioni che per un paio di millenni hanno arrancato perché da sempre povere di materie prime e troppo piccole per confrontarsi con un’economia che proprio la destra ha sempre voluto globalizzata. Una riforma necessaria per poter continuare a divorare le risorse, anche umane, dalle regioni del sud a favore delle regioni del nord, come da un secolo e mezzo si continua a fare.
Noi come forza politica – incalza la Vice Presidente della IV Commissione – ci batteremo perché l’Italia resti una e forte esattamente come l’avevano pensata coloro che l’hanno voluta una e indivisibile.” E conclude con una chiara richiesta: “Ci dicano quali sono i reali punti di forza perché ormai milioni di Italiani, anche quelli delle regioni ricche, iniziano a capire che non ce ne sono affatto.”