Autonomismo e voto
Probabilmente molti friulani si stanno chiedendo come sia stato possibile che quattro anni fa, in Friuli, si sia votato massicciamente per un candidato triestino-veronese della Lega nord, storicamente un partito legato ai temi dell’autonomia e del territorio, oltre al buon risultato anche di un altro movimento dichiaratamente autonomista e friulanofono (Patto per l’autonomia), mentre ora il voto sia andato invece ad un partito fortemente nazionalista e centralista.
L’andamento del voto in Veneto è stato molto simile e probabilmente Zaia ci sta “ragionando su” anche lui perché è evidente che le grandi crisi internazionali del Covid prima e della guerra adesso hanno polarizzato l’attenzione degli elettori su questi temi distogliendoli da quelli locali e dalla richiesta di maggior autonomia politico-amministrativa.
Evidentemente però questa spiegazione non è sufficiente perché vi è un argomento ben più forte: la “primavera” delle richieste di autonomia-indipendenza in Europa, dalla Catalogna alla Scozia, ha preoccupato i governi europei e la guerra in Ucraina, anche figlia del negato riconoscimento dei diritti delle minoranze russofone ha ulteriormente spinto la politica a ridurre sempre più gli spazi ed i temi dell’autonomismo e dell’identità dei territori.
Come sempre il Friuli ha fatto da battistrada, prima privato delle provincie che ne garantivano una qualche autonomia amministrativa e di politiche culturali ed ora costretto, per chi vuole contributi finanziari dall’ente regione, a definirsi “io sono FVG”.
Una progressiva cancellazione che solo alcuni storici friulani, con il loro importantissimo lavoro, e piccole associazioni e comitati combattono in una lotta impari.
Serve un forte richiamo identitario, una riscoperta collettiva di don Placereani, pre Checo, e dei tanti altri alfieri di un mai dimenticato impegno politico per il Friuli, servirebbe una nuova presa di coscienza unitaria dell’identità e dei bisogni del nostro territorio, superando la repulsione generata da una gestione regionale della sanità e dell’ambiente dove le diverse maggioranze che hanno governato nell’ultimo decennio hanno dato pessima attuazione all’autonomia.
Il Presidente del Comitato per l’autonomia e il rilancio del Friuli
Paolo Fontanelli