Benedetti conferma: l’acciaieria Metinvest non si farà in Friuli e insiste sull’occasione persa

Il presidente del gruppo Danieli in un’intervista al magazine Molto Economia ha confermato che l’acciaieria Metinvest non si farà in Friuli Venezia Giulia e che “Ora la nostra attenzione è su un altro sito sempre in Italia e una terza possibilità è in un altro Paese europeo”.   Benedetti ha spiegato che con la guerra è saltato il mercato con  la Russia e che è diventato “Zero, di punto in bianco” e che c’era una commessa da 300 milioni con gli ucraini di Metinvest per l’acciaieria Azovstal, quella rasa al suolo, ed è saltato anche quell’ordine. Ma che con gli ucraini i discorsi sono andati avanti. Spiega Benedetti: «Sì. Anche Zelenski ha parlato con Meloni di questo progetto per fare una acciaieria di Metinvest in un luogo dove ci sia uno sbocco di mercato ragionevole. Hanno guardato anche alla Bulgaria, ma è defilata. Aggiunge il manager Danieli, “questo impianto in Italia potrebbe essere una pietra miliare per la ricostruzione dell’Ucraina”.  Poi la spiegazione di quanto secondo lui è successo in Friuli: «Metinvest ha deciso di fare l’impianto solo un mese fa: e a oggi non ha ancora deciso dove. Nel frattempo da un anno in Friuli, dove nell’area industriale di San Giorgio di Nogaro c’è una delle aree ideali per ospitare questa acciaieria supermoderna e a impatto “zero”, è iniziato un “bombardamento” ideologico preventivo che non è partito dalla gente, ma da un gruppetto che ha organizzato assemblee pubbliche in cui hanno raccontato un sacco di frottole». Perché frottole? Chiede il magazine Molto Economia: «Perché non avevano nessun dato. Li abbiamo noi solo adesso. Alcuni politici locali sono saliti sul carro».  Sfugge probabilmente a Benedetti che se vi fosse stata trasparenza da subito, forse, un ragionamento poteva essere fatto, forse, anzi siamo certi non sarebbe cambiata la sostanza, ma l’impatto poteva essere diverso. Invece si è tentato di silenziare le notizie mettendo difronte al fatto compiuto, fino al pasticciato  tentativo di intervento governativo con quel famigerato articolo 13 del    del Decreto legge governativo 104/2023 (disposizioni urgenti a tutela degli utenti, in materia di attività economiche e finanziarie) come abito disegnato su misura per bypassare ogni opposizione al progetto miliardario. “Con Metinvest, prosegue Benetti nella sua esposizione,  avevamo fin da subito deciso di valutare tre possibili localizzazioni per il Digital Green Steel Project. Puntare su un unico sito sarebbe stato un errore. Certo, la scelta di Porto Nogaro avrebbe potuto mantenere in Friuli, regione alla quale siamo profondamente legati, i benefici economici del progetto. Ora la nostra attenzione è su un altro sito sempre sul territorio nazionale e una terza possibilità è in un altro Paese europeo”. “Avere un impianto ultramoderno a 40 chilometri dalla nostra sede con questa tecnologia al top sarebbe stato un plus per Danieli, e avrebbe rappresentato il 16% del Pil del Friuli e l’8% del Pil regionale; sarebbe stato un orgoglio “patriottico” in una regione carente nel manifatturiero. Se il manifatturiero non produce, non si crea Pil. E con un Pil risicato si riducono le risorse per il welfare, ovvero per scuola, pensioni, natalità, sanità. Probabilmente è stato sottovalutato l’impatto positivo che 2 miliardi di investimento avrebbero in regione per medie e piccole imprese, e una volta che lo stabilimento è in funzione i servizi esterni significano almeno altri 900 posti di lavoro. Alla fine per noi cambia poco. Ma conferma l’esistenza di quella “retorica ideologica” di cui parlavamo. La vitalità dei fornitori e subfornitori italiani è la nostra forza: ma a forza di colpire il cavallo che tira…”.  Poi  da Benedetto una inquietante e poco rassicurante notizia sull’alimentazione energetica  “pulita” delle acciaierie.  “Si farà strada con le mini centrali nucleari modulari di ultima generazione, ispirate a quelle in uso da decenni su navi e sommergibili. Se ne mettono di analoghe in serie, quante ne servono a produrre l’energia necessaria. Con impatto nullo anche dal punto di vista del rischio in caso estremo di incidente. Ne stanno realizzando una entro l’anno. In Romania…”.

Leggi l’intervista integrale su “Molto Economia”