Botta e risposta fra il Comune di Trieste e la Fondazione Margherita Hack dopo la decisione di non rinnovare la convenzione

L’Amministrazione comunale triestina ha deciso di non rinnovare la convenzione con la Fondazione Margherita Hack procedendo invece con l’istituzione di una “Commissione Scientifica” per decidere come, dove e con quali realtà catalogare il patrimonio librario. Va ricordato che con testamento olografo di data 17 giugno 2009 la prof. Margherita Hack aveva manifestato la volontà di attribuire la sua personale biblioteca, composta da quasi 18.000 volumi, al Comune di Trieste. Tale volontà è stata recepita dal Comune con Deliberazione Giuntale nel novembre 2013. I volumi sono stati inscatolati e trasferiti dal Comune di Trieste a palazzo Biserini, dove tutt’ora si trovano, dopo la morte del marito Aldo De Rosa avvenuta il 26 settembre 2014. Ora l’Amministrazione comunale ha deciso, pare in maniera improvvisa, che procederà all’istituzione di una Commissione Scientifica per decidere come, dove e con quali realtà catalogare il patrimonio librario. Immedidta la reazione della Fondazione Marcherita Hack il cui Cda ha emesso una nota: “Sorpresi e amareggiati. In ogni caso, per quanto ci riguarda il punto fondamentale in questo anno così speciale resta il riconoscimento e la valorizzazione per l’opera della scienziata e della donna Margherita Hack. Quello che ci interessa è che la sua biblioteca non torni nell’oblio degli scantinati da cui finora solo il nostro impegno (operativo ed economico, con una spesa a nostro carico di 80 mila euro) era teso a riscattare. Senza che alcuna altra forza, associazione o accademia, fino ad oggi e dopo tutti gli anni dalla scomparsa di Margherita Hack, avesse sentito o manifestato il bisogno di farlo. Noi abbiamo sempre adempiuto a quanto ci veniva richiesto dal Comune – da due anni e con tutta la documentazione a disposizione – con il quale abbiamo concordato tutti i passi per l’avvio del lavoro di catalogazione, compresa la nomina di un comitato scientifico di garanzia e naturalmente l’individuazione a nostro carico di esperti di catalogazione nella perfetta consapevolezza della delicatezza del compito: comunque tutto ciò è perfettamente delineato nella convenzione. Avremmo prestato la nostra opera dignitosamente, portando fondi e nello stesso tempo, come sottoscritto, servendoci di esperti. Ora, se sono cambiate le condizioni, ne prendiamo atto. Naturalmente non ostacoleremo in alcun modo un’attività, quella della catalogazione, alla quale la Hack teneva più di ogni altra cosa. Ovviamente però difenderemo in ogni sede, lo dobbiamo anche alla città oltre che a noi stessi, la nostra attività e la nostra reputazione professionale (che naturalmente va ben oltre l’attività della Fondazione che è puramente benefica).