Bullian: «La “politica dello struzzo” del centrodestra regionale: resta il tabù sul riconoscere il suicidio medicalmente assistito »
«Permane il tabù nel centro-destra regionale sul riconoscere la possibilità di scegliere un Fine Vita dignitoso attraverso il suicidio medicalmente assistito per i cittadini con patologie irreversibili e in condizioni di salute estreme, come stabilito dalla sentenza della Corte costituzionale n. 242/2019, che dunque continuerà a non essere applicata in maniera uniforme a livello regionale. Si attua la “politica dello struzzo”, ovvero si rinuncia a governare il processo, lasciando che le nuove richieste arrivino alle aziende sanitarie, che non avranno indicazioni univoche su come e con quali tempistiche operare», afferma il Consigliere regionale Enrico Bullian, d’accordo con i colleghi del Gruppo consiliare Patto per l’Autonomia-Civica FVG, Massimo Moretuzzo, Giulia Massolino, Simona Liguori e Marco Putto.
«Ora il Consiglio regionale si misurerà sugli altri due strumenti a disposizione, ovvero la legge regionale di iniziativa popolare promossa dall’Associazione Luca Coscioni, forte della sottoscrizione di oltre 8mila cittadini, e il “Voto alle Camere” di iniziativa del Gruppo consiliare del PD e condiviso da tutta l’opposizione, per stimolare il Parlamento a legiferare in maniera organica su tutta la materia del Fine Vita. Toglieremo definitivamente ogni residuo alibi al centro-destra regionale, che dovrà sostenere ciò che risulta evidente: ovvero che sono ideologicamente contrari a interventi legislativi per riconoscere il Fine Vita, aldilà di ogni diatriba sulle competenze regionali o statali. Peraltro siamo della convinzione che molto – nel posizionamento del centro-destra regionale – dipenda dall’orientamento del Presidente Fedriga, che sul punto si è dimostrato fondamentalmente contrario e non propenso a confrontarsi con l’opposizione. La controprova è quanto avvenuto nel Consiglio regionale del giorno precedente, quando il Presidente Fedriga ha trovato – in maniera condivisibile – un accordo con l’opposizione per un documento unitario sulla Palestina e ha di fatto annullato la mozione su Israele presentata da Cabibbo e da Forza Italia, che è stata ritirata. Purtroppo non è avvenuto altrettanto sul Fine Vita, così il Consiglio regionale del FVG è rimasto ancorato a posizioni di mezzo secolo in ritardo rispetto alle richieste che emergono dalla società. Purtroppo ancora oggi per il centro-destra regionale “il dolore degli altri, è dolore a metà”, come cantava De André. Noi abbiamo cercato di dare ascolto e risposte alle sofferenze della popolazione. La battaglia di civiltà per un Fine Vita dignitoso andrà avanti. Ringrazio infatti i colleghi di opposizione che hanno sottoscritto la mozione e che l’hanno sostenuta anche nel dibattito in aula e che rappresentano la base di partenza per la discussione sulla legge regionale e sul Voto alle Camere che arriveranno in aula nel 2024».