Cambiare nome alla cittadina dall’anacronistico Ronchi dei “legionari” in Ronchi dei partigiani

Sabato scorso 20 novembre presso la sede di Emergency sull’isola della Giudecca a Venezia, su invito della sezione ANPI 7 martiri della città lagunare, è stato presentato il  libro edito Kappa Vu edizioni Ronchi dei partigiani: TOPONOMASTICA, ODONOMASTICA E ONOMASTICA A RONCHI E NELLA “VENEZIA GIULIA”. Buona la partecipazione all’evento ma soprattutto si è fatta strada  la consapevolezza di aver trovato nuove conferme e nuovo sostegno alla  proposta di cambio di nome di Ronchi da “legionari” a partigiani.  Nella sua presentazione Gianluigi Placella – presidente ANPI 7 martiri – oltre ad esprimere solidarietà verso la casa editrice Kappa Vu, recentemente esclusa dal salone del libro di Torino da una decisione censoria dell’assessora della regione FVG alla cultura, ha letto delle righe scritte dal partigiano Mario Bonifiacio impossibilitato ad essere presente. Mario Bonifacio, il partigiano “Bill”, esule istriano di Pirano d’Istria ma veneziano d’adozione, ha voluto esprimere il suo sostegno all’iniziativa con queste parole lette in sala: “Sono estremamente interessato al tema: è dal 1946 che auspico la modifica di quel toponimo. Tornato a scuola nel 1945, dopo aver saltato gli anni scolastici 1943-44 e 1944-45 , ebbi la ventura di trovarmi in classe con un ragazzo che faceva il pendolare da Ronchi: Mario Tardivo reduce dalla deportazione, durata un anno, a Dachau. Da lui, che in decenni successivi fu a lungo presidente provinciale dell’ANED, appresi l’eccezionale contributo di Ronchi alla lotta di liberazione (nella sua famiglia il fratello Arcù ucciso nella Risiera e un altro fratello deportato). E specialmente l’alto numero di deportati nei lager, circa 160 dei quali la metà non fecero ritorno, questi a causa delle spiate di un traditore. Mentre la partenza dei “legionari” da Ronchi fu fatto occasionale, casuale, senza coinvolgimento alcuno della cittadinanza, la partecipazione di questa alla Resistenza fu veramente corale. In anni successivi ebbi conferma della partecipazione dei quei cittadini, in gran parte operai del cantiere di Monfalcone, alla “Brigata Proletaria” che nel settembre 1943 fu la prima formazione partigiana italiana e poi alla brigata “Triestina”, da parte di Plinio Tomasin che fu nel 1944 il giustiziere del traditore “Blecchi”. Penso che nessun paese italiano abbia dato un così grande contributo alla Resistenza come Ronchi che perciò ben si merita l’ appellativo “dei partigiani”, come io ho sempre auspicato
Cari saluti a tutti”. Mario Bonifacio.