Campana in bronzo restituita alla parrocchia di San Quirino di Udine dai Carabinieri . Era stata rubata nel 1975

I Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale di Udine hanno restituito alla Parrocchia di San Quirino di Udine una campana bronzea oggetto di furto perpetrato da ignoti nel 1975 e recentemente sequestrata nel capoluogo friulano dai militari del reparto dell’Arma dei Carabinieri specializzato nella prevenzione e nella repressione dei reati commessi in danno del patrimonio culturale con competenza su Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige.
Il manufatto è stato riconsegnato sabato sera, 17 dicembre 2022, nel corso della Santa Messa delle ore 18.00, al parroco, Don Claudio Como, dal Comandante del Nucleo TPC di Udine, Cap. Alessandro Volpini, alla presenza dell’assessore alla cultura del Comune di Udine, Fabrizio Cigolot.
L’attività dir recupero è stato possibile grazie ad un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Udine ed alla quale hanno collaborato anche il Nucleo TPC di Monza, le Stazioni Carabinieri di Latisana (UD) e Vezza d’Oglio (BS). Gli accertamenti preliminari erano scaturiti dall’attività di cyber-patrolling finalizzata alla ricerca di beni culturali chiesastici illecitamente commercializzati. La campana, delle dimensioni di cm 17 di altezza e 16 di diametro e del peso di più di 3 chili, è stata sequestrata dai Carabinieri del Nucleo TPC di Udine in esecuzione di un decreto di sequestro disposto dall’Autorità giudiziaria a carico di un privato di origini friulane che l’aveva posta in vendita su canali telematici. Il bene culturale sequestrato aveva trovato iniziale riscontro nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, il più grande database al mondo di opere d’arte rubate gestito dal Comando TPC, dove il furto dell’epoca risultava censito attraverso i documenti che descrivevano dettagliatamente il manufatto come di piccole dimensioni e “lavorata esternamente con putti e ornati…”. Aveva così inizio una complessa serie di accertamenti svolti in collaborazione con la parrocchia di San Quirino e l’Ufficio Diocesano per i beni culturali ecclesiastici che consentiva di riconoscere formalmente il manufatto come quello trafugato nel 1975. Prezioso, nel senso, il contributo di un fedele appassionato cultore delle memorie parrocchiali, diretto testimone della vicenda delittuosa, che aveva riconosciuto la campana come quella trafugata e già apposta tra la sagrestia e l’abside che viene fatto suonare in con l’ingresso del celebrante. Un ulteriore expertise tecnico eseguito da una ditta specializzata dell’udinese permetteva di delineare le peculiarità tecnico-artistiche della campana definita del tipo “a staffa”, di produzione a cavallo tra XIX ed il XX secolo, di fonderia artistica. Il prosieguo delle indagini consentiva di accertare che l’attuale possessore avesse acquistato il bene in assoluta buona fede da un esercente di settore residente in provincia di Sondrio sul conto del quale sono ancora in corso indagini da parte di quella Procura della Repubblica. L’elemento di maggior importanza risiede, ancora una volta, nel costante monitoraggio del mercato on-line di beni artistici anche di natura chiesastica come nel caso di specie, nonché nella perseveranza dimostrata dai militari del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Udine che ha consentito, anche a distanza di anni, il ritorno a casa, reinserendola nel proprio contesto territoriale, di una campana costituente la memoria storica e devozionale della storica comunità parrocchiale udinese di San Quirino.